Il guerriero non è taoista, buddista, confuciano, cristiano, induista o può essere tutte queste cose. Il guerriero segue il principio del corso naturale delle cose, quei principi universali che si trovano in ogni cultura e in ogni tempo.




venerdì 30 maggio 2008

LEGGEREZZA


giovedì 29 maggio 2008

mercoledì 28 maggio 2008

Atteggiamento critico verso le nuove forme di comunicazione

Ecco cosa ho trovato di interessante sull'argomento del post "Universi sintetici":


"Corporate Second Life: le nuove frontiere del business
di Gianluca Comin

E' stata l’innovazione tecnologica del digitale il driver primario della trasformazione che ha interessato l’industria dei media, determinando non solo una radicale revisione del ciclo di produzione dei contenuti ma anche di quello distributivo, promozionale e di fruizione dell’intera industria dell’audiovisivo. In questo senso, lo sviluppo del protocollo Internet, delle reti a banda larga e dei servizi video ad essa collegati, hanno determinato le condizioni per il fenomeno della convergenza multimediale e il superamento dell’identificazione tra media e contenuti, permettendo una maggiore competizione tra attori e produttori e incoraggiando un rapporto più attivo tra chi crea contenuti digitali e chi li utilizza. In questo scenario, una delle conseguenze più evidenti è la smaterializzazione del contenuto, svincolato da certe costrizioni tipiche della distribuzione tradizionale come il tempo, la qualità e la quantità della riproduzione. A ciò si aggiunge anche il ruolo crescente della mobilità e della relativizzazione nell’uso del tempo che rende possibile l’accesso ai contenuti in qualunque momento, in qualunque luogo e in qualsiasi piattaforma (any time, any place, any platform). L’altra conseguenza, ancor più dirompente, è la capacità del consumatore di creare i propri contenuti, eliminando tutte le forme di mediazione. Seppur con forme e modalità diverse (social network, blog, file sharing, user-generated content), si determinano le condizioni per l’affermazione di una nuova industria dei contenuti, la creative industry, ovvero utilizzando un paradosso molto efficace, l’industria dei media senza media. E’ il consumatore a diventare il vero motore di questa industria. In altre parole, la proprietà intellettuale degli artefatti digitali rimane ai rispettivi creatori, ossia gli utenti.
La rete dunque si propone come laboratorio di idee e creatività. Esiste addirittura un mondo dove ci si può costruire una seconda vita, con la possibilità di scegliere nome, aspetto fisico, sesso e professione. Si tratta di Second Life, un fenomeno che ha smesso di essere considerato un “videogioco” per diventare una fonte di ingenti guadagni per svariati professionisti nel campo informatico e un proficuo terreno di lavoro per il mondo dell’economia, del marketing, e della politica. Oltre 12 milioni di persone reali, provenienti da circa 80 paesi differenti del Pianeta, si trovano davanti ad un ambiente virtuale a cui accedono contemporaneamente migliaia di utenti differenti, che dispongono di un avatar, ovvero di un alter ego rappresentato sullo schermo da un personaggio. Per entrare in Second life basta disporre di una connessione internet a banda larga e di un pc discreto. Ovviamente un po’ di denaro non guasta, magari ottenuto lavorando su SL o tramite la carta di credito Dopo la corsa iniziale per essere presenti e il successivo rallentamento, la partecipazione delle Corporate e dei grandi marchi è tornata ad affacciarsi. Progettazioni più attente e minor ricerca dei grandi numeri a vantaggio della qualità delle realizzazioni. Moda, ecologia, spettacolo, utilities stanno proponendo una lente diversa per vedere le loro offerte. Enel è stata probabilmente la prima a seguire questa strada. Non è un caso che IBM USA e il Dipartimento Governativo Federale USA per le infrastrutture (Emerging Technologies Commitee) abbiano fatto visita a Enel Park per capire le potenzialità di questo modello. Non dimenticando che LindenLab, società ideatrice di Second Life, ha recentemente deciso di non limitare la sua esistenza al solo universo dei mondi virtuali ed è diventata parte integrante del Social Networking. Le interazioni con Flickr, YouTube, SlideShare, Istant Messanging, E-Learning hanno così aperto un mondo fino a ieri inimmaginabile. Inoltre Enel sta valutando l’ampliamento della piattaforma per l’uso interno, soprattutto per la sicurezza sul lavoro. Enel Park è un grande parco a tema dell’energia diventato anche un punto di ritrovo per gli esploratori di Second Life. Non a caso sono entrati in Enel Park quasi 50.000 avatar e circa 400 nuovi avatar al giorno visitano l’isola. Le presenze continuano ad aumentare in attesa dell’impatto del Social Network correlato. Nel Mondo di Enel Park gli “avatar di Enel” entrano nel futuribile prossimo della ricerca e dell’innovazione che l’azienda sta portando avanti nel campo della generazione e dell’ambiente. I membri di questa comunità virtuale avranno la possibilità di partecipare al mondo fortemente innovativo di Enel, che presenta su Second life i suoi progetti, spettacoli, convegni, mostre e iniziative benefiche. Il tutto nell’ambito di “Enel Park”, punto di raccolta di tutte queste attività, che attirerà gli “avatar” per informarli ed orientarli. Un parco didattico sul tema dell’energia dove poter scoprire il “Progetto Archimede”; conoscere le nuove tecnologie di Hydrogen Park, del “Progetto Diamante” o capire il funzionamento delle Pale Eoliche; ma su Enel Park ci si diverte con il windsurf o si può salire su “Adriatica”, l’imbarcazione ecologica ideata dal settore Ricerca di Enel. Chi vuole concedersi una vacanza “diversa” può prenotare un soggiorno gratuito sull’Isola Verde, alimentata con fonti rinnovabili e sulla quale poter produrre energia, sperimentando nuove soluzioni per la gestione della rete elettrica e realizzando un vero e proprio laboratorio di ricerca sui sistemi di generazione eco-sostenibili. L’attenzione ai New Media continua per Enel ad essere uno dei principali obiettivi di comunicazione e di condivisione dei propri valori ed iniziative. Enel Park non è solo una vetrina delle molteplici attività in cui l’azienda è impegnata, ma uno spazio dove sperimenta nuove forme di interazione con il mercato per scoprire, conoscere e conquistare nuovi clienti. Il riconoscimento dell’individuo e dei gruppi come interlocutori che partecipano alla costruzione di un network è la filosofia che una Corporate che guardi al futuro e all’innovazione deve accettare come opportunità per migliorare i rapporti con i propri clienti e stakeholders. Aver individuato un’area dove dialogare liberamente, senza eccessivi filtri ha creato un vero punto di partenza per la costruzione di un Social Network. Il Meet and Trust, ovvero il conoscersi e il fidarsi, parte proprio da qui. Dietro agli avatar infatti potrebbero nascondersi migliaia di “collaboratori” e “suggeritori” in grado di sviluppare contenuti, dare nuove indicazioni e generare idee."

FONTE: http://misurarelacomunicazione.it/articles/2008/04/09/nuove+frontiere+del+business

AGGIUNGO: molte persone parlano di questo argomento considerando solo gli aspetti negativi della rete (che esistono indubbiamente) ma secondo me non si può non interessarsi a certe cose che hanno un così forte impatto sociale ed economico. M i assomiglia un pò all'atteggiamento di chi (mio malgrado mi ci metto pure io in questo gruppetto) stanco della politica/spettacolo che c'è in Italia decide di non interessarsi più alla politica "perchè tanto tutto è inutile". Sto cercando di parlare DELL'ATTEGGIAMENTO CRITICO che ogni uomo dovrebbe sviluppare e quindi conoscere una situazione in tutte le sue sfaccettature prima di esprimere un giudizio.Purtoppo molti di noi finiscono solo per esprimere pregiudizi.

I post dei guerrieri: la sospensione del giudizio

Come si fa a non rubare un post così:
(fonte: http://vicinoelontano.blogspot.com/)

C'era una volta un pover'uomo che non aveva nulla se non un bellissimo cavallo, così bello che anche il re lo desiderava. Il re offrì molti soldi per averlo, ma l'uomo li rifiutò. Un brutto giorno l'uomo si alzò per andare a strigliare il cavallo, ma ilcavallo non c'era più, era scappato. Allora tutti gli abitanti del villaggio gli dissero: "Quanto sei stato sciocco a non vendere il cavallo al re. Saresti diventato ricco e invece ti ritrovi povero e senza neppure il cavallo!". Ma l'uomo rispose: "Non tirate conclusioni affrettate: per ora, io so solo che il mio cavallo è scappato". Qualche giorno dopo il cavallo scappato tornò a casa, ma non era solo: insieme a lui arrivarono a casa del pover'uomo molti altri cavalli, tutti belli come il suo. Allora gli abitanti del villaggio dissero: "Avevi ragione tu! Adesso diventerai ricco con tutti questi bellissimi cavalli". Ma l'uomo, ancora una volta li invitò a non affrettarsi nelle conclusioni: lui sapeva solo che adesso aveva molti cavalli.Purtroppo, il figlio de pover'uomo, mentre cercava di domare uno di questi cavalli, cadde e si ruppe una gamba. Non ci fu modo di sistemarla e il ragazzo rimase storpio. Gli abitanti del villaggio di nuovo si fecero sentire: "Ah, che sfortuna aver avuto tutti quei cavalli da domare! Adesso tuo figlio sarà storpio per sempre!". "Chissà se sarà davvero una sfortuna? Aspettate a dirlo: io per adesso posso solo dire che mio figlio sarà storpio da una gamba."Arrivò la guerra. I messi del re chiamarono alle armi tutti gli uomini. I figli degli abitanti del villaggio furono tutti chiamati a combattere,tranne il figlio del povero uomo, perchè era storpio. Nessuno di quei ragazzi fece ritorno e l'unico abitante del villaggio ad avere ancora un figlio maschio fu proprio l'allevatore di cavalli. Per questo non dobbiamo mai giudicare se un evento sia un bene o un male: nessuno sa cosa riservi il futuro.

Chiacchiere tra guerrieri all'ora del tè: quando i guerrieri si emozionano per un raggio di sole



Ah vivi ho riletto il meme per questo non capivi era "le canzoni della tua vita" ed io l'avevo trasformato nelle "canzoni d'amore della tua vita"....e su questo mio lapsus ci sarebbe da scrivere, tanto che ho deciso di risponderti con un post:fino ad un certo periodo della mia vita ci sono state canzoni solo associate all'"altro" e invece da un pò di tempo ci sono canzoni significativamente emozionanti per me che associo solo a me stessa (LA SOLITUDINE DEL GUERRIERO!! :D ... che è capace di emozionarsi da solo e sentirsi INNAMORATO DELLA PROPRIA VITA, e quindi vede il mondo cambiare intorno a sè e sente la "rivoluzione" dentro, proprio come quando ti innamori!). Mi dispiace che dal tuo computer non puoi vedere i video perchè si tratta delle MIE (SOLO MIE) EMOZIONI!

Affacciarsi a nuovi mondi: Hatayoga

L' Hatayoga è una disciplina indiana e comprende diversi livelli, come esercizio fisico per potenziare la concentrazione, come antistress e come viaggio per la propria conoscenza profonda. Questo è il tipo di Yoga più diffuso, l'equilibrio dello spirito viene costruito all'inizio in base all'equilibrio fisico. E' consigliato a chi vuole cambiare il proprio stile di vita, mentre non è adatto per chi non è disposto a iniziare un percorso di riflessione e ascolto interiore.

lunedì 26 maggio 2008

Universi sintetici

Immagine di Universi sintetici

Ci sarebbe da riflettere e da parlarne... non banalmente, ma cercando veramente di comprendere come e perchè ci si sente così attratti da nuove forme di conoscenza e comunicazione e che effetti possano avere nella società e nell'economia. Ho sempre più l'impressione che si stia procedendo per mondi paralleli e non si può far finta di niente, banalizzandoli o disprezzandoli.

domenica 25 maggio 2008

sabato 24 maggio 2008

L'Italia reale e quella virtuale...

Facendo un giro per i blog mi arriva un'immagine degli italiani diversa da quella reale; sarà perchè la rete sarà fatta in modo che è più facile, rispetto alla realtà, trovare gente simile a te, sarà perchè hai possibilità di accesso ad un numero maggiore di persone, ma scopri che ci sono persone che si rendono conto di cosa sta succedendo in italia, trovi persone che pensano e che si indignano.....

Per me è frustante incontrare nella vita reale gente che sembra in uno stato di stordimento nel quale sembra non abbia capacità di scelta e si adegua alla massa, che decide di votare a destra quando l'ultimo governo è di sinistra e a sinistra quando l'ultimo governo è di destra, che non si stupisce per il fatto che l'italia venga governata da gente che ha problemi con la giustizia, che non si sbalordisce quando si presenta alle elezioni qualcuno solo perchè qualcun'altro un giorno di punto i bianco gli dice "ma perchè non ti presenti come assessore?", che non comprende che quello che segue alla tv non è politica ma talk-show, che non si indigna per quello che ci rifilano in tv (per me potrebbero abolirla), che scambia il giornalismo per realtà, che non si pone proprio il problema del perchè in italia si continua a investire sull'emergenza e non sulla prevenzione, che non è seriamente preoccupata dal fatto che in italia i fondi per la ricerca sono troppo pochi, e comunque l'elenco sarebbe lungo. Su internet trovi parecchia gente che si fa queste domande, perchè nella vita di tutti i giorni trovi solo la gente "stordita"?...e poi ti chiedi qual'è la gente virtuale e quella reale!?.....al dire il vero sono un pò confusa!

venerdì 23 maggio 2008

Semplicemente...

Dedico queste parole ad un mio carissimo amico: uno che sente la vita semplicemente, proprio come me.

Quello che piace a ishin...

Mi piace che ancora esistono persone che scelgono.
Mi piace che ancora c'è chi lotta per i propri ideali.
Mi piace chi non si lascia vincere dal senso di impotenza.
Mi piace chi è disposto a tutto pur di non perdere la propria libertà.
Mi piace che si lavora insieme per uno scopo comune.
Mi piace il coraggio.
Mi piace quando l'uomo supera la fatica del sacrificio quando vuole ottenere qualcosa.
Mi piace perchè nella fatica viene fuori l'umanità offuscata ormai dai bisogni effimeri che la società ci impone.
Mi piacerebbe avere la fortuna di conoscere gente così...





Ognuno sceglie il suo percorso

di Tenzin Tsundue
Quella mattina presto, prima del sorgere del sole, quando ho impacchettato il mio sacco a pelo per intraprendere questo lungo viaggio, ho deposto una sciarpa bianca (khatak) sull’altare di Sua Santità e mi sono detto: ho deciso, qualsiasi cosa succeda andrò avanti. Camminando per quasi settanta giorni - un gruppo di trecento persone che a piedi hanno percorso oltre novecento chilometri attraverso l’Himachal, il Punjab, l’Haryana, Delhi e l’Uttar Pradesh - abbiamo raggiunto ieri la città di Almora, tra le montagne del Kumaon, nello stato dell’Uttarakand, nell’India del nord. Da qui il Tibet non è molto lontano.
La Marcia verso il Tibet è iniziata a Dharamsala il 10 marzo. Lo stesso giorno, in tutto il mondo, ci sono state sollevazioni simili organizzate dai tibetani e dai loro sostenitori, perfino in Tibet, una vera insurrezione generale. Alla partenza eravamo un gruppo di cento marciatori ma, lungo la strada, molti altri si sono uniti a noi. Domani, quando lasceremo Almora per le vallate d’alta montagna, in direzione del Tibet, saremo in trecento. Con noi anche otto sostenitori stranieri, provenienti da diversi paesi. Qualcuno ci accompagna fin dalla partenza.
Lungo tutto il percorso, gli indiani ci hanno accolto con calore, hanno tenuto alto il nostro morale e in alcune località ci hanno offerto acqua e un riparo. Per lo più abbiamo passato le notti negli Ashram, nei Gurudwara o nelle scuole, talvolta anche sul terreno ai margini della strada e le autorità municipali ci hanno portato cisterne d’acqua caricate su trattori. Per loro cultura gli indiani hanno l’abitudine di compiere lunghi viaggi di pellegrinaggio attraverso il paese e l’ospitalità è quindi un’usanza naturale. Lungo tutta la strada, la polizia, in jeep o motocicletta, ci ha fornito una scorta che cambiava ad ogni passaggio da un distretto all’altro.
Penso sappiate che il 13 marzo, nel Distretto di Kangra, cento di noi sono stati arrestati dalla polizia e detenuti per quattordici giorni. Tre giorni dopo ha preso l’avvio la seconda fase della Marcia che ne ha portato avanti lo spirito. Dopo il nostro rilascio ci siamo nuovamente uniti al gruppo nonostante pendesse su di noi un mandato di comparizione: alla fine dello scorso mese, Choeying, Lobsang Yeshi e il sottoscritto abbiamo dovuto comparire davanti al tribunale di Dhera e dovremo nuovamente farlo in giugno.
Ho appreso che qualcuno, sulla base di notizie riportate dai giornali, ha creduto che la Marcia fosse stata cancellata. Io stesso sono stato contattato telefonicamente, ma mi sono affrettato a dissipare ogni dubbio. Prevedendo, in prossimità del confine, un inevitabile scontro, Sua Santità ha consigliato agli organizzatori di non proseguire la Marcia. Ma il sacrificio della nostra gente, la loro sollevazione coraggiosa e non violenta e il perdurare della repressione cinese, hanno dato nuovo slancio al nostro impegno. Non potevamo fermarci. Così, dopo un momentaneo periodo di sosta, il 19 aprile, da Delhi, abbiamo ripreso la Marcia verso il Tibet.
Il viaggio da Delhi attraverso l’Uttar Pradesh è stato difficile: faceva molto caldo e la strada era asciutta e polverosa. Sulla carrozzabile abbiamo rischiato di essere travolti da camion e autobus che a volte sfrecciavano vicini alle nostre orecchie e a volte si fermavano per afferrare i volantini che tendevamo loro. Abbiamo camminato uno dopo l’altro in fila indiana, come le molte gambe di un millepiedi, un solo lungo corpo. Quando la testa del gruppo raggiungeva la curva successiva, la coda stava ancora arrancando dietro la precedente.
I marciatori si svegliano alle quattro del mattino e dopo aver impacchettato sacchi a pelo, tende e materassini fanno colazione. Alle cinque partiamo. Di solito camminiamo per 6 - 7 ore al giorno coprendo una distanza di circa 20 – 25 chilometri. Gli addetti alla logistica e alla cucina ci precedono su mezzi motorizzati e allestiscono il campo. In alcune località l’acqua è un lusso. Ci laviamo ai lati della strada, sotto getti d’acqua che sgorgano da pompe azionate a mano; talvolta centinaia di monaci si lavano insieme nei campi di grano. È davvero una grande esperienza soddisfare le funzioni naturali in aperta campagna, sotto la luna, con una brocca d’acqua a fianco.
La maggior parte dei marciatori sono monaci buddisti appartenenti alle tre grandi università monastiche dell’India del sud. Ci sono alcuni anziani, fuggiti dal Tibet con il Dalai Lama nel 1959. Il più vecchio ha settantotto anni. I più giovani sono due ragazzi diciassettenni, nati e cresciuti in India, che non hanno mai visto il Tibet. Ci sono alcune giovani madri che hanno lasciato ai mariti il compito di occuparsi della famiglia. Il gruppo addetto alle comunicazioni cerca di mantenere il contatto con il resto del mondo e di organizzare incontri con i media locali. Nelle riunioni serali, dopo la preghiera giornaliera, l’addetto stampa ci comunica le ultime notizie. Spesso i marciatori applaudono le azioni a sostegno del Tibet compiute in India e all’estero: le proteste contro la fiaccola olimpica a Londra, Parigi, S. Francisco, Canberra e Tokio sono state particolarmente apprezzate come pure le manifestazioni in corso a Kathmandu, brutalmente represse dalla polizia.
Stiamo per iniziare l’ultimo tratto della Marcia. Da Almora alla frontiera ci sono appena 200 chilometri e non appena saliremo più in alto, nell’Himalaya, farà più freddo. So che non è facile fare ritorno in una patria ancora sotto occupazione. I soldati cinesi presidieranno la frontiera con i fucili e anche la polizia indiana troverà una scusa per fermarci. Il confronto è inevitabile ma non ci fermiamo. Forse saremo costretti ad accamparci per lungo tempo nei pressi della frontiera, forse dovremo chiedere il sostegno e la partecipazione della comunità internazionale. Marciamo verso l’incertezza.
Per noi la Marcia verso il Tibet è una via per tornare alla madrepatria e riaffermare il nostro diritto di essere liberi nella terra natia. Qualsiasi cosa succeda, il nostro impegno alla non violenza è totale, non faremo ritorsioni. Forse saremo picchiati, imprigionati, magari anche uccisi, ma non molleremo. Non ho altro progetto nella vita che questa Marcia. Per noi tutti è l’impegno della nostra vita.


Per leggere gli aggiornamenti giornalieri, le storie personali dei Marciatori e vedere le fotografie vi chiediamo di consultare il sito: http://www.tibetanuprising.org/
Alcuni sostenitori non tibetani ci hanno accompagnato per un paio di giorni o più a lungo, altri sono con noi fin dall’inizio. Se desiderate raggiungerci contattate per favore i nostri coordinatori:
Sherab Woeser: sherabwoeser@yahoo.com
Cell.: 0091.9418394426
Lobsang Yeshi:
Cell.: 0091.9410936742/9756969141
Se siete lontani e non potete raggiungerci, passate parola. Ci sarebbe di grande utilità ricevere in dono sacchi a pelo, scarpe e materassini. Un contributo finanziario ci aiuterebbe ad approvvigionarci di cibo e acqua per andare avanti. Confido sul contributo al movimento da parte di ogni tibetano.
Bod Gyalo! (Vittoria al Tibet)
Tenzin Tsundue, in cammino per il Tibet

13 maggio 2008 Almora, Stato dell’Uttarakand, India
Fonte: http://www.italiatibet.org/

Considerazioni:
La situazione in Tibet è solo una delle tante situazioni in cui si ledono i diritti umani. Quando pubblico qualcosa sul Tibet non penso solo al Tibet!

giovedì 22 maggio 2008

Un nuovo modo di sentire


E' ora di trapiantare la pianta, le sta stretto il vaso in cui sta, ormai è un'altra pianta. La trasformazione è avvenuta. Si sente viva.

Ho imparato veramente tanto e mi sono detta che più è il dolore quando cadi più devi cercare di utilizzare la caduta. Il risultato? Un modo totalmente nuovo di vedere le cose che ti circordano.

Mi ritorna in mente la frase di qualche post fa solo che prima erano parole vuote ora ne capisco pienamente il senso:

Tanto più in fondo vi scava il dolore tanta più gioia voi potrete contenere.



Mi sento come la mia pianta piena di vita. E con tanta voglia di scoprire e di conoscere.

mercoledì 14 maggio 2008

L'arte

Ho cercato la scena in cui prendono il tè (perchè è troppo bella!) ma non sono riuscita a trovarla, ma non importa, non c'è molta differenza tra una tazza di tè, una spada, un arco e una freccia, un foglio e un pennello, una danza o un combattimento. Chi si nutre di essenza e non di apparenza sa a cosa mi riferisco.

lunedì 12 maggio 2008

Un passo oltre...

Il mio vero nemico è me stessa.
Mi voglio nutrire di essenza
non di apparenza.
ishin

Impariamo ancora dagli animali, dopo il bacherozzo e il gabbiano, la farfalla...

Vivi anche questa l'ho letta trenta secondi fa e quindi dopo aver scritto il post....


"Un uomo trovò il bozzolo di una farfalla. Un giorno apparì una piccola apertura.Si sedette e guardò per diverse ore la farfalla mentre lottava per far passare il suo corpo attraverso quel piccolo buco.Poi sembrò che non facesse più alcun progresso. Appariva come se fosse uscita per il massimo che poteva e non potesse avanzare ulteriormente.Così l'uomo decise di aiutare la farfalla. Prese un paio di forbici e divise in due la parte del bozzolo ancora chiusa. La farfalla ne emerse facilmente.Ma aveva un corpo gonfio e piccole ali avvizzite.L'uomo continuò a guardare la farfalla, perché si aspettava che, da un momento all'altro, le ali si sarebbero ingrandite ed espanse in modo tale da essere in grado di sorreggere il corpo, che si sarebbe, nel frattempo, sgonfiato. Non successe niente! Di fatto la farfalla impiegò il resto della sua vita trascinandosi intorno, con un corpo gonfio e ali avvizzite. Non fu mai capace di volare.Quello che l'uomo, nella sua precipitosa gentilezza non aveva capito, fu che la ristrettezza del bozzolo e la lotta richiesta alla farfalla per uscire da quella piccola apertura, erano il modo Divino per far fluire i fluidi dal corpo della farfalla alle sue ali, in modo che sarebbe stata in grado di volare, una volta che avesse finalmente guadagnato la libertà, fuori dal bozzolo."

C'è chi beve tè e chi zen...

"Domenica 18 maggio 2008
presso il monastero Zen Il Cerchio,avra' luogo

Una Tazza di Zen
Gli incontri sono aperti a tutti i praticanti del Cerchio ed a tutte le persone che vogliono avvicinarsi allameditazione per la prima volta
un appuntamento mensile nel quale le personeche vogliono incontrare la Via dello Zen,si incontrano per praticare insieme.Gli incontri sono a cadenza mensile e tenuti dai praticanti; ogni incontro prendera' in considerazione un aspetto legato alla meditazione. I partecipanti potranno fare esperienza diretta dello Zazen.
Un occasione per conoscere e sperimentare un percorso millenario,ma piu' che mai attuale e bere insieme una Tazza di Zen.L'incontro avra' inizio alle ore 15,30 e terminera' alle 17,00 circa; si prega di arrivare tra le 15 e le 15,20.Si consiglia di indossare abiti comodi adatti a sedersi a terra (e' possibile cambiarsi in appositi spazi all'interno del monastero).
Monastero Zen Il CerchioVia dei crollalanza 9 Milano02/8323652 - 02/58112232 www.monasterozen.it"

hei ma ci copiano?
...non so di cosa si tratti, ma se fossi stata di quelle parti una sbirciatina sarei andata a dargliela.

Oggi ho da offrirvi un tè speciale...


....le parole di vivi, quelle di crampo, quelle del biondo...STATE TUTTI RACCONTANDO DELLA MIA TRASFORMAZIONE....ed ecco che ci ricolleghiamo al puzzle di suppaman, vedi il significato solo quando tutti i pezzetti si mettono al proprio posto, prima le singole tesserine erano senza significato, poi le metti una in relazione all'altra, al posto giusto e capisci, siccome il guerriero segue la via dell'autenticità ogni cosa è esattamente al suo di posto, non ci si può davvero sbagliare. Cari compagni di avventura, oggi ishin vi offre un tè prezioso, pregiato perchè oggi si festeggia il cambiamento...e forse alla prossima caduta non mi dispererò così tanto ora che ho capito che è necessario attraversare il dolore per fare un passo in avanti (un passo REALE, VISCERALE non metaforico) nel mio cammino....avrei tante storie da raccontarvi, tante sensazioni che vi vorrei trasmettere ma so che sarebbe inutile, so che mi capirete solo quando voi vivrete (se già non vi è accaduto) le stesse esperienze....la via ti mette a dura prova ed io non capivo, credevo che bastava essere coraggiosi, oggi ho imparato la lezione ed ho capito che sono tante le prove da superare, ed io nella mia bisaccia ne ho di prove superate....il coraggio è solo l'inizio e non la fine, mi serve solo per non scappare di fronte alle difficoltà, per farmi rialzare e attraversare ciò che la via mi mette davanti per mettermi alla prova. Quindi nella mia bisaccia ci sono le cose che ho guardato negli occhi, le cose che non ho avuto paura di affrontare, di vivermele per poi non spaventarmene più o non farmene più condizionare. Nella mia bisaccia c'è il CORAGGIO, LA PAURA e DA OGGI ANCHE LA RABBIA ed è in onore della rabbia che oggi cari amici vi offro questo tè speciale, perchè da oggi vado avanti un pò più leggera nel mio cammino. La trasformazione è avvenuta!
...vivi a te, mi piace spiegartelo così, perchè so che tu mi capirai...lo sai quando hai le sensazione di non farcela più... che il tuo corpo è arrivatro al suo limite,...senti di non avere più la forza, ma decidi di continuare, di non fermarti , di andare avanti, DOPO cioè quando vai OLTRE IL TUO LIMITE perchè hai deciso di non fermarti, come ti senti?...ecco quella è la sensazione!

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.....troppo carino!

sabato 10 maggio 2008

Ormai che siamo in tema di DOLORE...

...me le sparo tutte quelle che conosco sul dolore, oggi mi sa che è giornata...


"Per arrivare al giorno non c'é altra via che la notte."
..e ancora:

"La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera.
Tanto più in fondo vi scava il dolore tanta più gioia voi potrete contenere.
Il legno del liuto che accarezza il vostro spirito non è forse scavato col coltello?
Quando siete contenti guardate in fondo al cuore e troverete che soltanto ciò che vi ha dato dolore vi dona la gioia.
Alcuni dicono: “la gioia è più grande del dolore”, e altri: “il dolore è più grande”, in realtà sono inseparabili.
Essi giungono insieme e quando una siede con voi alla vostra mensa, l’altro è disteso sopra il vostro letto.
Voi siete come bilance sospese tra il dolore e la gioia." (Kahlil Gibran)

Armonia

Vivere il dolore e tornare sul campo di battaglia

Il mio Maestro dice che il nemico si affronta sempre sul campo di battaglia....a volte capita che si è così feriti che ci si deve un pò mettere da parte, aspettare che le ferite perdano meno sangue, ma è vero che anche se sentiamo tanto dolore è solo attraversandolo e quindi superandolo che riusciamo a liberarcene...

venerdì 9 maggio 2008

I veri guerrieri o amano veramente o preferiscono starsene soli


Suppaman ti rispondo con un post:

Ecco perchè voi guerrieri siete (anzi siamo) speciali, perchè riuscite ad andare oltre le apparenze, riuscite a leggere sempre tra le righe.....tutta questa poesia è dedicata alle persone che preferiscono stare sole piuttosto che far finta di amare, che non si accontentano (come fanno quelli che si aggrappano ai fili d'erba) è dedicato a chi è capace di provare veri sentimenti non come chi dice ti amo con tanta superficialità.....tutta questa poesia arriva ancora una volta dalla voglia di ESSERE AUTENTICI, dalla voglia di vivere UNA VITA STRAORDINARIA, certo il rischio di restare soli c'è e come, ma i veri guerrieri non sono colti da mille dubbi, perchè i veri guerrieri sanno sempre quello che vogliono:

"Jonathan sapeva che doveva esserci qualcosa di più oltre l'inseguire pescherecci, oltre lo starnazzare per accaparrarsi un tozzo di pane o qualche misero pescetto, oltre la vita sempre uguale a se stessa che viveva lo Stormo... Jonathan sapeva che doveva esserci qualcosa di più e di più lui voleva. Anche correndo rischi.Anche passando per pazzo..."

Scusate se tiriamo in ballo sempre questo gabbiano ma credo che abbiamo molto da imparare da lui...

giovedì 8 maggio 2008

lunedì 5 maggio 2008

C'è bacherozzo e bacherozzo!....una storia di crampo

Questa bella storiella di crampo racconta gli ultimi due anni e mezzo della mia vita...dal giorno in cui ebbi il coraggio di abbandonare il mio filo d'erba:


"Vi racconterò una storia. La storia parla di un gruppo di bacherozzi d’acqua. Una specie di lombricozzi che se ne stà sul fondo dei fiumi aggrappati ai fili d’erba tutto il giorno a filtrare l’acqua da cui prendono il cibo che la corrente gli porta. Ogni bacherozzo stà aggrappato con tutte le sue forze al suo filo d’erba perchè la corrente è molto forte e lui fa una fatica boia a stà li aggrappato ma d’altronde che altro potrebbe fare poero bacherozzo? Se non rimanesse li aggrappato la corrente lo porterebbe via lontano e chi sà che fine farebbe. Così tutti quei bacherozzi se ne stanno tutto il giorno li aggrappati a non far altro che mangià quello che la corrente gli porta e a lamentassi della corrente troppo forte e della vita grama da bacherozzo che vivono. Ora capitò che un giorno un bacherozzo un ce la facea più di quella vita grama e s’era rotto le bacopallette e forse perchè era pazzo o forse perchè era un pochino più intraprendente degli altri fatto stà che gli venne in mente un’idea e gli disse agli altri amici bacherozzi: “Ma secondo voi se mi lasciassi andare dal mio filo d’erba che mi succederebbe?”. E gli altri bacherozzi gli risposero tutti terrorizzati: “Nooo!!! Non lo fare è pericolosissimo! E’ già successo che qualcuno per sbaglio abbia perso la presa dal suo filo d’erba ed è stato portato via dalla corrente e non s’è più rivisto! Chissà che fine orribile hanno fatto poveracci! Non lo fare!” Ma il nostro bacherozzo come avrete già intuito o era matto o era un pò più sveglio degli altri, fatto stà che si lasciò andare. E subito la forte corrente lo avvolse, lo portò via e nessuno più lo rivide...........

La storia è finita.


Punto.


Così andò.


E che pensavate che le storie vanno sempre a finì bene?


Questa è la storia.

E’ così.



Per lo meno è così come l’hanno vista i bacherozzi che se ne stanno li sul fondo di quel fiume aggrappati ai loro fili d’erba. Se andate da loro e gli chiedete di raccontarvi la storia del loro amico che un giorno ebbe il coraggio di lasciare il suo filo d’erba a cui era sempre stato aggrappato è questa la storia che vi racconteranno. Il loro amico è stato risucchiato via dalla corrente e non s’è più visto. Punto e addio.Però ogni storia non ha mai solo un modo di essere raccontata. E siccome sono io che ve la sto raccontando e non i bacherozzi aggrappati li in fondo a quel fiume, io vi racconterò di quel giorno che ero seduto su quel masso sulla riva del fiume e guardavo quei bacherozzi sul fondo aggrappati ai fili d’erba. E vi racconterò che ne vidi uno staccarsi dal filo d’erba e essere portato via dalla corrente forte e sbatacchiare un pò qua un pò la sulle pietre del fondo e chiedeva aiuto, lo vedevo dalle bollicine che gli uscivano dalla bocca. Ma io rimasi li a guardarlo senza far nulla. Lo guardai li in difficoltà in balia della corrente. Lo guardai senza muovere un dito. Lo guardai e basta perchè sapevo che di li a qualche metro il fiune creava una grossa pozza di acqua placida, senza corrente. Ed infatti dopo qualche ammaccatura il bacherozzo si trovo nell’acqua calma della pozza. La forte corrente all’improvviso era cessata e lui era libero di muoversi a suo piacimento in tutta l’immensa pozza d’acqua. Non doveva più passare la sua vita aggrappato ad un filo d’erba accontentandosi di mangiare quello che gli portava la corrente e faticando per quel poco ma se ne poteva andare in giro per la pozza a suo piacimento andandosi a cercare il cibo che più gli garbava semza troppa fatica. E poi lo vidi anche trovare nuovi amici. Infatti di li a poco che fu nella pozza d’acqua fece conoscenza con gli altri bacherozzi che prima di lui per errore o per scelta avevano lasciato il filo d’erba a cui erano aggrappati.Da quel giorno la vita del bacherozzo è molto migliorata e sta molto meglio. Lo sò perchè ogni tanto torno a quella pozza d’acqua e scambiare due chiacchiere con quel bacherozzolo e con il tempo siamo diventati amici perchè ci capiamo. La pensiamo allo stesso modo. C’è solo una cosa che ogni tanto rende triste il mio amico bacherozzolo. E’ che ogni tanto quando bighellonando a zonzo nella sua pozza d’acqua si trova a passare li nel punto dove sfocia la forte corrente che l’ha portato li, ripensa ai suo vecchi amici che se ne stanno ancora lassù aggrappati ai fili d’erba e non sanno che basterebbe aver un minimo di coraggio per lasciarsi andare e la loro vita migliorerebbe considerevolmente.Questo lo rende triste e per questo, per far un favore al mio amico, io una volta risalli la corrente e provai a parlare con quei bacherozzi che se ne stavano ancora li attaccati ai fili d’erba. Provai a spiegargli come stavano le cose. A dirgli che si dovevano staccare da li e che più in la era meglio. Ma mi accorsi dopo breve che quei bacherozzi li non mi capivano. Non capivano un’acca di quello che dicevo. E se ne rimanevano li attaccati a combattere contro la corrente. Così dovetti tornare dal mio amico e spiegargli che i bacherozzi che se ne stanno ancora attaccati al filo d’erba e quelli che invece si son lasciati parlno due linque diverse e fra di loro non si capiscono più!"

Chiacchiere tra guerrieri all'ora del tè: ...

"Quando i tanti tasselli apparentemente insignificanti e indecifrabili si mettono assieme, giorno dopo giorno, appare tutto chiaro. Dando massima dignità e apprezzamento ad ogni singolo tassello, quando otterremo il puzzle finale apprezzeremo di più il risultato ottenuto e attraverso esso.. ogni singolo tassello."

Rubato a suppaman per diversi motivi:

1) ...perchè è inutile chiedersi perchè è accaduta una determinata cosa, col tempo arriverà la risposta, tutto prenderà forma, acquisterà un significato.

2) perchè mi è piaciuto il commento di vivi a questo post di suppaman: "Forse anche noi siamo tasselli... tasselli di questo incredibile mosaico che è Uno...Tu con la tua profondità, l'introspezione, la meditazione... Io con l'azione, l'attività, le botte... E' bello come l'unicità sgorghi dalla molteplicità!"
Un puzzle fatto dell'azione di vivi, della profondità di suppaman, della saggezza del biondo e della sensibilità e intuizione di crampo, che ve ne sembra?

domenica 4 maggio 2008

Prendersi ciura di sè con una pianta


...dunque trovo finalmente il tempo per andare a comprare questa PIANTINA, avevo deciso, un ciclamino nano e torno a casa con ben sette vasi di terracotta (non i soliti), belissimi (con i quali ho soddisfatto la mia anima artistica), senza la piantina che avevo in testa perchè non sono riuscita a trovarla (forse perchè l'ultima fioritura è ad aprile) e quindi torno a casa con una bella gardenia e sei vasi che aspettano di essere riempiti...ecco credo che sto per superare la mia ZONA DI COMFORT (vedi post) perchè fino a qualche tempo fa non mi sarei mai immaginata di poter mai avere piante mie e prendermene cura. Ieri sera un mio amico mi parlava delle sue piante con gli occhi che gli brillavano (con la stessa luminosità e passione che ho io quando parlo di arti marziali), non so come spiegarvelo è come chi vede dal di fuori le arti marziali e noi che le pratichiamo, non è la stassa cosa no? ..credo sia simile... forse curare le piante non è semplicemente innaffiare e avere una bella pianta sul balcone giusto per decorare la casa, forse c'è del'altro, altrimenti non mi spiegherei quei guizzi luminosi negli occhi del mio amico..staremo a vedere.
Cerco sulla rete info per curare la mia pianta e guardate un pò cosa trovo:


In Cina la gardenia è utilizzata per profumare il tè.

E ancora:

La donna-gardenia, rappresenta la sincerità, la solidarietà e il senso di unione con gli altri. E’ una donna generosa, capace di raggiungere ideali comuni insieme a chi stima. Crede nei propri obiettivi e sa trasmetterli a chi la circonda.

Resto un pò sbalordita visto che mi riconosco moltissimo in questa descrizione e poi penso che è un paradosso visto che ho comprato questa pianta proprio con l'obiettivo di prendermi più cura di ME STESSA e meno degli altri, ma forse la soluzione sta nel "chi stima" nel senso che non ha senso snaturarmi e quindi va bene dare tutta me stessa agli altri, ma solo a CHI STIMO, e quindi solo chi riuscirà a conquistare la mia stima, cosa che non sarà molto facile...visto che stavolta la lezione l'ho imparata:


LE COSE PREZIOSE
SI CONDIVIDONO (solo)
CON LE PERSONE PREZIOSE
(...il resto è svendersi e questo non va assolutamente bene).....
...vado a prendermi cura della mia gardenia!

venerdì 2 maggio 2008

Oggi un mio amico mi ha detto:

I sogni sono le stelle comete che ti indicano la direzione della via.
Segui i tuoi sogni.
E quando percorrendo la strada, ti accorgi di essere arrivata vicino, di essere di fronte ad uno dei sogni che per tanto tempo hai inseguito, non aver paura di fare l'ultimo passo ed afferrarlo.
Non cambiare strada all'ultimo momento.
Ad alcune persona capita questo.
Hanno per così tanto tempo inseguito un sogno che quando poi se lo trovano davanti o non lo riconoscono perchè in fondo nemmeno loro ci credono veramente più che possa esistere quello che cercavano oppure lo vedono, lo riconoscono, ma si impauriscono e non hanno il coraggio di afferrarlo.
Credi nei tuoi sogni e non aver paura di realizzarli.