Il guerriero non è taoista, buddista, confuciano, cristiano, induista o può essere tutte queste cose. Il guerriero segue il principio del corso naturale delle cose, quei principi universali che si trovano in ogni cultura e in ogni tempo.




domenica 28 settembre 2008

OLTRE


Ci sono periodi fatti di sapore d'utunno, di mondi fantastici, di mondi antichi, di mondi orientali, di suoni e costumi lontani.....ci sono periodi che sanno di sogno, ci sono periodi.....




O L T R E

La via della spada

Secondo la definizione data della Federazione Giapponese, lo scopo del Kendō è:
"disciplinare il carattere umano, attraverso l'applicazione dei valori della spada giapponese"
Questa breve, ma efficace, definizione racchiude in sé tutta la secolare evoluzione che ha portato la scherma giapponese da tecnica di combattimento (Ken-jūstū) a "Via della spada" (Ken-dō), intesa come percorso di crescita personale che utilizza come mezzo lo studio e la pratica della scherma.
Tra le discipline giapponesi, sia marziali sia civili, esiste, infatti, una distinzione tra Jūtsū, la tecnica in senso stretto, e Dō il percorso interiore che a quella particolare tecnica fa riferimento.
Questa trasformazione nel Kendō ha inizio intorno al XVII secolo ed è dovuta alla concomitanza di due cause. La prima è che dalla fine del '600 il Giappone godrà, dopo secoli di sanguinose guerre intestine, di un lungo periodo di pace che arriverà fino agli inizi del '900, l'altra fu l'introduzione delle armi da fuoco (che furono determinanti nelle ultime grandi battaglie campali del '600), che confinarono l'uso della spada alla sola classe samurai. Questi due fattori spinsero il guerriero giapponese a ricercare nello studio dell'arma che era il simbolo della sua casta, qualcosa di diverso dalla mera efficacia tecnica, elaborando, nel contempo, un codice etico.
La trasformazione da Ken-jūtsū a Ken-dō si verificò anche grazie all'influsso di molte scuole di pensiero e religiose. Oggi si tende a riconoscere una grande importanza solo all'influenza dello Zen giapponese, ma Taoismo, Confucianesimo e Shintoismo hanno tutti contribuito a questo cambiamento, facendo divenire il Kendō un valido e completo sistema educativo. Anche da un punto di vista strettamente tecnico, il Kendō ha subito nel corso dei secoli una grande evoluzione. Nel Kenjūtsū lo studio era affidato primariamente alla ripetizione di sequenze prestabilite (kumitachi, kata), utilizzando spade in acciaio non affilate o spade in legno, ma già nel XVIII secolo vennero create delle protezioni e studiata una spada costruita in bambù che permettavano di ampliare le possibilità di allena-mento a una forma di combattimento quasi realistica.Quelle protezioni e quel tipo di spada (shinai) sono giunte praticamente immutate fino a noi, rendendo la pratica del Kendō sicura e permettendo al Kendō-ka (praticante di Kendō) di concentrarsi sugli aspetti interiori della disciplina. Inizialmente riservato alla sola classe guerriera, alla fine del XIX secolo, a seguito delle grandi trasformazioni sociali verificatesi, la pratica di questa disciplina venne aperta a tutti, divenedo con il Jūdō materia obbligatoria nella scuola giapponese.Dagli anni '70, il Kendō è anche proposto come sport competitivo, mantenendo però salde le proprie origini tradizionali.

giovedì 25 settembre 2008

Mudra

Mudra in sanscrito significa chiusura, sigillo. Si tratta di posizioni delle dita, del palmo e delle mani che provocano processi vibratori energetici nell’uomo. Sono gesti delle mani le cui origini si perdono nella notte dei tempi, servono per riequilibrare importanti sistemi energetici nel corpo umano oltre che a rafforzare la chiarezza del pensiero.Da sempre le popolazioni della terra hanno utilizzato le posizioni delle dita per scopi diversi : nell'arte della lotta, nelle danze rituali e popolari, per la guarigione, per la meditazione, per l'autoguarigione. Osservando antichi quadri, disegni, sculture, sia orientali che occidentali, si può notare che molto spesso le posizioni delle dita vengono tenute in particolari posture, comuni ad entrambe le tradizioni.

sabato 20 settembre 2008

Il riposo del guerriero

A volte le guerre durano per lunghi anni; guerre fatte da innumerevoli battaglie!...le ho vinte tutte le mie battaglie, una per una, senza fermarmi mai, tenendo duro nei momenti più difficili, alzandomi dopo ogni caduta, anche quando sembrava che le gambe non avessero più la forza per sostenermi. E adesso, oggi, mi ritrovo a godere di questo momento di assoluta pace e serenità. Sento il mio cuore espandersi e assaporare ogni momento. La sensazione è quella di vivere l'ARMONIA, l'EQUILIBRIO! Vivo pienamente queste sensazioni. Ma pronta a ricominciare a lottare quando sarà il momento di tornare a combattere!

giovedì 11 settembre 2008

martedì 9 settembre 2008

Sotto un unico cielo

Rispondo con un post alla proposta e i commenti relativi alla stessa di Suppaman:


Ha ha ha....adesso prendete il tè pure senza di me?....vi servite da soli, tanto ormai conoscete le dispense dove tengo le foglie di tè per voi......
Ok ci sto! "Sotto un unico cielo".... "come una foresta di alberi, con le radici che affondano per ognuno di noi nel medesimo terreno, da cui possiamo attingere nutrimento ma a cui dobbiamo rendere qualcosa, con i rami tesi verso il cielo che ci da respiro e luce e che noi dobbiamo impegnarci a mantenere ben ossigenato".....cosa vi ricorda?
Proprio perchè ognuno ha il suo percorso e proprio perchè da bravi guerrieri bisogna adattarsi ai mutamenti chiudo la casa del tè e vengo a prepararlo in un altro luogo, nel nostro blog! Chiacchiere tra guerrieri all'ora del tè che nasceva come i shin den shin non so a questo punto come evolverà....vedremo..

Un giorno perfetto