Il guerriero non è taoista, buddista, confuciano, cristiano, induista o può essere tutte queste cose. Il guerriero segue il principio del corso naturale delle cose, quei principi universali che si trovano in ogni cultura e in ogni tempo.




domenica 10 ottobre 2010

I post dei guerrieri: il distacco

Scritto da Mushin il 10.10.2010

C’é una lezione molto fraintesa dello Zen e di molti modi simili di affrontare la vita come lo Stoicismo o il Buddhismo. Questa lezione è la lezione del distacco. Secondo questo fondamento di molte dottrine, la libertà sta nel non essere legati al mutare della realtà.

Ti succede qualcosa di brutto, o perdi qualcosa di buono. Ma non devi preoccuparti: perché qualcos’altro di buono arriverà prima o poi. Arriva sempre.

Questo modo di pensare può essere giusto. Ma non sempre sano. Perché l’aspetto negativo del distacco è solo la superficie del concetto. Se ci si ferma alla superficie si resta intrappolati in un inferno dove niente ha valore! Non vale la pena di sbattersi per difendere alcunché! Perché faticare se tanto tutto è caduco e tutto perisce?

Un insegnamento buddhista vede la vita come un ponte e chiama stolto chi vi costruisce la casa. Ma ciò che non dice è che parimenti stolto è chi attraversa questo ponte di fretta. Senza essere presente.

La teoria del distacco è proprio questo: essere eternamente presenti. Dove eterno non vuol dire ‘per sempre’ ma ‘in ogni attimo’. Significa godersi le cose belle e soffrire per le brutte, senza preferire le une alle altre. Significa viverle davvero perché liberi dalla paura che cambiando possano morire.

Secondo il distacco se hai una cosa bella non è niente per cui affliggersi nel caso in cui non ci sia più. Ma non vuol dire che non abbia valore! Bensì che in questo modo sei totalmente libero di decidere cosa abbia valore e cosa no. Senza la paura di sbagliare o di perdere.

Le cose belle sono uniche: preservale. Anche se ne dovessi vivere un milione. Le cose brutte sono uniche: vivile ad occhi aperti e impara. Ma non programmare di causarti le une o le altre con leggerezza. Perché la preferenza è il primo, tenero germoglio dell’attaccamento.