Il guerriero non è taoista, buddista, confuciano, cristiano, induista o può essere tutte queste cose. Il guerriero segue il principio del corso naturale delle cose, quei principi universali che si trovano in ogni cultura e in ogni tempo.




giovedì 31 luglio 2008

Le immagini dei guerrieri: la foresta del biondo tra cielo e terra

Mi piace pensarci come una foresta di alberi, con le radici che affondano per ognuno di noi nel medesimo terreno, da cui possiamo attingere nutrimento ma a cui dobbiamo rendere qualcosa, con i rami tesi verso il cielo che ci da respiro e luce e che noi dobbiamo impegnarci a mantenere ben ossigenato!


mercoledì 30 luglio 2008

I post dei guerrieri: l'anima del viaggio

Post del Biondo (http://apprendistaviaggiatore.blogspot.com/) dalla Cina
immagine da Suppaman (http://ombradelvento.blogspot.com/)

"Ogni volta che stai per percorrendo un sentiero chiediti se esso ha un cuore. Se ce l'ha continua affrontando le difficoltà che ti si porranno di fronte, se non c'è l'ha non indulgere oltre, abbandonalo immediatamente!" Don Juan Matus

martedì 29 luglio 2008

Mondi


Vivi rispondo al tuo ultimo commento con un post:
Assolutamente d'accordo con te. Per questo è da un pò di tempo che mi sto appassionando allo studio delle culture. Ad esempio il libro dell'indiano mi ha fatto vedere il mondo con gli occhi dei pellerossa. Quando cambi il punto di vista le medesime cose assumono forme e significati diversi. E come dice il biondo poi ti sorprendi a scoprire, invece, degli elementi comuni che sembrano essere trasversali a tutte le culture. E li ti rendi conto che c'è qualcosa che accomuna l'essere umano nonostante la diversità di razza e nonostante il rapporto di ogni cultura con l'esperienza sia profondamente diverso.

domenica 27 luglio 2008

Che ne pensate?

La VIA DEL GUERRIERO

Parliamo sempre a questa casa del tè delle difficoltà della VIA DEL GUERRIERO ma non spieghiamo mai cosa ci spinge a proseguire.....


Quello che mi ha spiegato la mia gardenia stamattina...

Allora vi ricordate la gardenia?.....quando sono tornata da Londra era MORTA, mia madre mi aveva detto di buttarla!Io invece non ho perso le speranze e ho cominciato a curare quegli stecchetti rinsecchiti (credetemi non c'era l'ombra della vita....tutto secco)!Il risultato?...che d aquegli stecchetti è spuntata una fogliolina verde, e poi un'altra e un, altra ancora. Stamattina la mia piantina è piana di foglie verdi e anche i ramoscelli cominciano a tingersi di verde (la vita comincia a manifestarsi). COSA IMPARIAMO?
1. CHE SOLO NOI SIAMO RESPONSABILI DI NOI STESSI (per non conoscesse la storia della piantina, la gardenia rappresenta me stessa) e quindi non dobbiamo aspettarci che siano gli altri ad aiutarci ma noi e solo noi siamo gli unici responsabili della nostra vita;
2. CHE LA LINFA VITALE E' DENTRO DI NOI. Quindi in qualunque situazione, anche quando ci sentiamo morire, se cominciamo a prenderci cura di noi stessi pian piano verrà fuori la vitalità che è dentro ognuno di noi;
3. CHE SI PUO' REALIZZARE ANCHE CIO' CHE APPARENTEMENTE CI APPARE IMPOSSIBILE. Non smettiamo mai di credere ai nostri sogni.

mercoledì 23 luglio 2008

I post dei guerrieri: appena sfornato da FUOCHI NELLA NOTTE di CRAMPO

http://fuochinellanotte.blogspot.com/

“Se potessi vivere di nuovo la mia vita. Nella prossima cercherei di commettere più errori. Non cercherei di essere così perfetto, mi rilasserei di più. Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato, di fatto prenderei ben poche sul serio. Sarei meno igienico. Correrei più rischi, farei più viaggi, contemplerei più tramonti, salirei più montagne, nuoterei più fiumi. Andrei in più luoghi dove mai sono stato, mangerei più gelati e meno fave, avrei più problemi reali, e meno problemi immaginari. Io fui uno di quelli che vissero ogni minuto della loro vita, sensati e con profitto; certo che mi sono preso qualche momento di allegria. Ma se potessi tornare indietro, cercherei di avere soltanto momenti buoni. Perché se non lo sapete di questo è fatta la vita, di momenti. Non perdere l'adesso. Io ero uno di quelli che mai andavano da nessuna parte senza un termometro, una borsa dell'acqua calda, un ombrello ed un paracadute: se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero. Se potessi tornare a vivere comincerei ad andare scalzo dall'inizio della Primavera e resterei scalzo fino alla fine dell'Autunno. Farei più giri in calesse, guarderei più albe, e giocherei con più bambini, se mi trovassi di nuovo la vita davanti. Ma, vedete, ho 85 anni e so che sto morendo.”
[Yorge Luis Borges]

domenica 20 luglio 2008

Io ci sono stata



E cose da dire ne avrei tante....ma oggi mi è piaciuto questo articolo che vi posto, che più che farci riflettere su
SL spero faccia riflettere sulle sorti dell'italia, la nostra italia....



"Una delle cose che in questi giorni mi sta facendo davvero pensare, è il successo mediatico di Second Life in Italia.Si sprecano infatti gli articoli, i reportage, le osservazioni, le note di costume su questo spazio sociale immersivo in 3D.
L’ultima riflessione l’ha fatta su La Repubblica di ieri (6 marzo), Adriano Sofri, in un articolo con richiamo in prima pagina dal titolo “Second Life, perchè vogliamo un mondo parallelo”, che faceva parte di un interessante special sul prodotto dei Linden Labs.
Secondo il celebre ideologo/intellettuale italiano, Second Life è l’attualizzazione dell’ideale comunista della società senza vincoli di classe, che consente una vita multipla così come tratteggiata dall’ Ideologia tedesca di Marx e Engels.
Non ho strumenti intellettuali a sufficienza per criticare l’osservazione di Sofri, un po’ perchè l’ideologia comunista - come altre ideologie - non è mai stata il mio forte, un po’ perchè l’ideale utopico è comune a quasi tutte le riflessioni sulla società prossima ventura, da Tommaso Campanella a George Orwell.
Però secondo me c’è un motivo per cui Second Life diventa terribilmente affascinante vista coi nostri occhi da generazione 1.000 euro, noi flessibilità lavorativa, noi individualisti basati su network.Il fatto è che Second Life per noi rappresenta una enorme opportunità.Una specie di Eldorado in cui - con banda larga e pazienza - costruire non ciò che avremmo voluto essere, ma ciò che vorremmo essere.
La società che ci circonda ci manda messaggi tutt’altro che rassicuranti.Non puoi avere una casa: non vivresti a sufficienza per estinguere il mutuo.Non puoi fare il lavoro che vorresti: i settori che scegli sono saturi e chi si è insediato prima di te non lascia nessuno spazio.Non puoi aprire una tua impresa commerciale: le banche si fidano poco e il mercato non ti perdonerebbe e comunque ti devi destreggiare tra burocrazie e finanziamenti.Non puoi far parte della vita politica: sarai sempre un giovanotto guardato con sufficienza dalle cariatidi che stanno al potere al posto tuo.Non puoi fare nulla.Forse avere qualche relazione sociale in “modalità aperitivo”.
Second Life è diverso.Non è tanto il fatto che con qualche click ti fai alto biondo e snello.Il bello è che puoi farti una casa, trovarti un lavoro, crearti degli amici, magari guadagnare qualcosa con la compravendita dei tuoi beni virtuali.In pratica puoi avere una vita normale.Quello che è paradossale, è che tanto più il mondo si sposta su Second Life (dalla Reuters a Gabetti), tanto più è legittimo pensare a Second Life come un’alternativa.
Pensaci bene dove vorresti vivere fra questi due mondi:In un mondo in cui la realtà è concreta e in cui le opportunità sono simulate, finte?In un mondo in cui le opportunità sono concrete e la realtà è simulata, finta?
I media dicono che le persone vanno su Second Life per farsi una vita parallela.A me sembra che le persone vanno su Second Life per farsi una vita.Punto."
Fonte: http://www.tecnoetica.it/

Chiacchiere tra guerrieri all'ora del tè: universi finiti e quelli infiniti...ognuno sceglie il suo percorso!

Aggiungiamo tesserine al puzzle; il guerriero ad un certo punto va sulla cima della montagna e sta IN SOLITUDINE, ma poi qualcosa cambia durante il cammino e torna nel mondo con una mente vuota e comprende che può imparare molto anche da quelli che no sono sulla VIA. Dopo il CORAGGIO, dopo il GUARDARE IN FACCIA LA PAURA, dopo il SUPERAMENTO DELLA RABBIA, durante il percorso raccoglie L'UMILTA'. E comincia a comprendere che non ha senso l'armonia interiore senza l'ARMONIA TRA SE' E L'AMBIENTE. Il guerriero che arrivato faticosamente sulla montagna e decide di restarci per sempre è un guerriero che ha deciso di interrompere il VIAGGIO e crogiolarsi della sua posizione di superiorità rispetto al resto del mondo. Lui si sente così forte a vedere tutti dall'alto.....ma se allarghiamo la visuale quel monte potrebbe sembrarci solo un puntino in un universo infnito.

sabato 19 luglio 2008

I post dei guerrieri: chi è che in fondo anabolizza?


Post di Mushin (http://www.mushin.it/)
"Metabolizzare è una parola che usiamo spesso. Più che nel suo significato proprio, viene ormai associata alla digestione - o meglio alla assimilazione - di eventi e/o persone. Il richiamo al processo di digestione è molto appropiato: se ci pensi quando devi superare un momento difficile o quantomeno non indifferente, fatto di persone od eventi molto significativi, non si fa altro che digerirli. Nel senso che vengono interiorizzati e diventano parte di noi ad un livello così profondo da trascendere spesso la consapevolezza. Pezzi di quelle persone e di quegli eventi sono lì con noi ogni giorno, nel nostro modo di parlare, di vivere le cose, di muoverci. Sono metabolizzati, in un modo che ci piaccia o meno, ma sono diventati parte di noi, sono noi.
Una cosa su cui però si tende secondo me ad essere fuorviati, è che il metabolismo non riguarda soltanto lo spezzettare qualcosa per assimilarla. Operazione che noi spesso sottointendiamo con il termine di metabolismo. Il metabolismo è formato da due categorie di processi.
Uno di questi è il catabolismo, che è in senso proprio la degradazione di molecole complesse in molecole più semplici. La nostra concezione di metabolismo è fuorviante perché spesso si riduce a questo. Metabolizzare una persona o un'esperienza significa scomporla in frammenti minuscoli, in istanti, in gesti, in emozioni, sconnettendole dal complesso e "digerendole" una per una. Se è difficile dare un senso ad una cosa grande e complessa, diventa più semplice sezionarla, seguendo i confini di quello che ci ha fatto stare bene o male. Le cose belle metabolizzate in un modo, le altre in un modo differente. Una cosa molto cartesiana.
Eppure quello su cui non ci concentriamo troppo secondo me, è il secondo insieme di processi: l'anabolismo. L'anabolismo è l'inverso del catabolismo: costruisce molecole complesse a partire dalle più semplici. Pensaci un attimo. In un universo in cui nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma (proposizione che mette d'accordo oriente ed occidente, misticismo e scienza), quello che tu sei e quello che tu costruisci, si produce a partire da quello che esiste già. Se il risultato è qualcosa di nuovo, un approccio nuovo, un'emozione nuova, questo non vuol dire che i suoi componenti siano nuovi. Sono riciclati.
Questo è un bene. L'anabolismo è una fase creativa tanto importante quanto la fase distruttiva. Distruggere serve ad assorbire, così come non puoi digerire un anguria intera. Ma se ci limitassimo a questo, saremmo costretti a vivere in un mondo in cui i nostri sogni e le le nostre esperienze non potrebbero eccedere la misura della nostra capacità di assorbirle di colpo. Un po' come essere costretti a nutrirsi solo di quello che riesce a passare per intero dalla nostra bocca. Mentre con l'anabolismo possiamo costruire sogni e vivere eventi ben più grandi di quelli che possiamo immaginare.
Anabolismo e catabolismo se ne fregano di te. Esistono e basta, tanto nella digestione quanto nel tuo modo di assimilare le cose. Il punto è esserne consapevoli. Aiuta a evitare l'errore di pensare che quando qualcosa che credi solido e gigantesco crolli, sia la fine. Sia impossibile da metabolizzare. Tutto può essere catabolizzato è solo questione di tempo. E di volontà, che accorcia i tempi.
Ma non limitarti a catabolizzarlo: anabolizzalo. La merda della tua vita non è fatta di cose che ti hanno fatto soffrire, ma di cose che non sei riuscito a digerire. Le hai catabolizzate certo, ma non anabolizzate. Non le hai usate per costruirti un futuro migliore. O almeno per tentare."

Post straordinario. E' da qualche tempo che ci penso su.....classifichiamo le esperienze e le persone in positive e negative; ci teniamo lontani da quelle negative e desideriamo quelle positive.Con questo atteggiamento PIENO ci stiamo precludendo tantissimo... (ishin)

I post dei guerrieri: esperienze dalla Cina


Post del Biondo (http://apprendistaviaggiatore.blogspot.com/) dalla Cina:
"Il maestro Xue Bin oltre ad essere un mostro nella pratica del Tai Ji è pure una persona speciale, un individuo che cerca veramente l'armonia, in primis all'interno del suo essere per poi poterla espandere all'esterno, tra lui e gli altri tra lui e la natura... Bene, un altro bel segnale lungo la strada, un invito a una percezione particolare del mondo, non soltanto dal punto di vista teorico verbale ma soprattutto nella pratica quotidiana!Oltre al Tai Ji ieri abbiamo fatto la prima lezione di calligrafia e oggi la seconda.. è come il tai ji, un'arte che si pratica con tutto il corpo, seguendo il respiro, meditando in ogni gesto... forse non è proprio l'arte adatta alla mia espressione.. ehehehe ho fatto degli arrosticini!!Comunque sia è veramente affascinante.. oggi pomeriggio facciamo la prima lezione di Go (scacchi cinesi) che si dice siano anche questi un'arte, tanto che ci sono le cinture come nelle arti marziali.. "

"Man mano che percorri la VIA ti chini e raccogli qualcosa. Oggi raccolgo questo NUOVO MODO DI PERCEPIRE (questo concetto ha cominciato a svilupparsi da quando ho letto il libro dell'indiano), di ascoltare quello che mi circonda. Un pò ha a che fare con il SILENZIO di cui parlava VIVI l'altro giorno in un commento al mio post e con la MENTE VUOTA. Siamo troppo pieni per sentire, vedere, ascoltare.
Sapevo che la VIA si può percorrere in diversi modi (PERCHE' QUELLO CHE E' IMPORTANTE NON E' LA META MA IL VIAGGIO) e quindi non c'è differenza tra una forma di arti marziali, tirare una freccia con l'arco, giocare a scacchi o scrivere, ma leggere le tue parole ("la... calligrafia..... è come il tai ji, un'arte che si pratica con tutto il corpo, seguendo il respiro, meditando in ogni gesto...) mi fa comprendere ancora meglio come si può essere guerrieri anche servendo un tè. " (Ishin)

venerdì 18 luglio 2008

Dedicata a noi...



Cari i miei guerrieri questa frase la dedico a noi [...grazieMushin nel tuo blog si trovano sempre le giuste parole ; ) ]






"[...] e compresi, in un certo senso, cos'é l'amicizia.

E' una presenza che non ti evita di sentirti solo, ma rende il viaggio più leggero." David Trueba

sabato 5 luglio 2008

I colori

Le ballerine



La Londra di ishin...

Di Londra mi sono rimaste soprattutto le immagini ...ed è così che voglio raccontarvela.

venerdì 4 luglio 2008

Al solito.....post rubato. Andare oltre; i veri guerrieri non si accontentano delle pozzanghere.


Post del biondo:
"Si potrebbe dire che è impossibile sfuggire al destino di essere congelati nel pensiero degli altri."Giorgio Gaber
Quante volte riusciamo a sfuggire a quell'immagine che gli altri hanno di noi, che hanno deciso di darci o che noi abbiamo indossato con tanta facilità da farcene sostituire...E quando indossiamo questa veste di "Questo non lo farei mai..", "Da te non me lo aspettavo...", "I tuoi doveri..", "Ma capisci, la famiglia da cui vieni...", quanto soffre il nostro cuore lasciato in disparte mentre grida per farsi ascoltare, mentre ci invita ad ascoltare l'anima del mondo?"L'unica cosa che rende impossibile il Sogno è la Paura di Fallire.." ma se non siamo in grado di giocare, di puntare tutto ogni giorno sulla nostra leggenda personale, se non siamo pronti a mantenere il ricordo delle nostre radici ma a liberarci della loro gabbia diventando degli individui, allora il sogno rimarrà tale per sempre... e staremo come spettatori dentro le nostre case ad invidiare la vita della strada dal vetro della finestra.Siamo così sciocchi che vorremmo già sapere il risultato di una nostra azione ancor prima di averla compiuta, siamo così presuntuosi pensando che abbiamo il diritto di non sbagliare mai, come se per imparare a camminare non fossimo caduti centinaia di volte, siamo così orgogliosi da rimanere impalati piuttosto che lanciarci di corsa nel prato della vita per paura di poter inciampare o perdere la strada... e allora ce ne stiamo arroccati sui nostri seggioloni di "cultura", di vita letta sui libri, di nozioni, credendo che quella letta fosse la nostra esistenza... e quando qualcuno ci propone uno spiraglio della propria vita fatta di sudore e risate, non possiamo far altro che rifiutarlo a priori oppure appropriarci di quel tesoro senza nemmeno ringraziare.Così rischiamo di diventare tutti come quello che mise un piede in una pozzanghera e si sentì un gran navigatore."


Parliamoci chiari guerrieri: questo è un invito, questa volta non solo a non fermarci, ma ad ascoltare se c'è ancora qualche vocina in fondo alla nostra anima che non stiamo ascoltando e che merita tutta la nostra attenzione. Forse ci vuole un altro pizzico di coraggio perchè le battaglie che ci aspettano sono più dure di quelle che ci siano lasciati alle spalle....ma noi oggi non abbiamo più paura di cadere perchè abbiamo imparato a rialzarci! (ishin)

martedì 1 luglio 2008

Ho scoperto di essere Toro Seduto...


Nel "libro dell'indiano", così come a me piace chiamarlo ("Il vento è mia madre") :


"Toro Seduto è un bisonte seduto sul centro di una collina perchè vuole vedere dove è stato.....seduto sulla collina guarda la sua storia e, dopo averla considerata, si gira a guardare verso il futuro. Nella vita c'è sempre un momento giusto per fermarsi a fare il punto della situazione, per guardare indietro e per valutare tutte le esperienze che ci hanno condotto al punto in cui siamo, un momento per chiedersi "che cosa ho imparato?come posso usare queste esperienze perchè mi aiutino ad andare avanti?". Tutto ciò che abbiamo sperimentato, inclusi i dolori, le delusioni e i momenti di paura ha avuto un ruolo nella nostra formazione e ci ha mostrato di che pasta siamo fatti. A volte la disperazione ci ha fatto cadere in ginocchio....abbiamo sentito il bisogno di mollare tutto, perchè ci sembrava di non avere nessun posto dove andare e nessuno con cui parlare ....abbiamo creato molti attaccamenti, che forse avevano bisogno di essere spazzati via dalle tempeste della vita per poter rendere sgombro il cammino da intraprendere.....Quindi il grande Toro Seduto ha ricevuto il suo nome da un bisonte che stava seduto a ponderare. Non potete camminare o correre continuamente. Ogni tanto dovete sedervi e guardare quello che vi circonda."