Il guerriero non è taoista, buddista, confuciano, cristiano, induista o può essere tutte queste cose. Il guerriero segue il principio del corso naturale delle cose, quei principi universali che si trovano in ogni cultura e in ogni tempo.




martedì 22 dicembre 2009

Lettere dalla vacuità

Anche se non riceviamo vere e proprie comunicazioni scritte dal mondo della vacuità,
ci arrivano comunque accenni o allusioni a ciò che accade in quel mondo;
potremmo dire che quella è l'illuminazione.
Quando vedi i fiori del pruno o senti il suono di un sassolino che colpisce la canna di bambù,
ecco
quella è una lettera che arriva dal mondo della vacuità.

Tendere al vuoto

Difficile trasmettervi questa sensazione, ci provo; un pò per la crisi economica, un pò perchè non ti entra niente nell'armadio, cominci a svuotare la tua vita del superfluo e cominci ad eliminare anziché aggiungere e questo ti provoca una sensazione straordinaria di leggerezza e senti che la tua vita si arricchisce di cose vere e piene....quest'anno mi sono svuotata dalle spese superflue e dai regali di natale, ma anche dagli auguri di natale.... il pensiero di non dover inviare centinaia di sms mi fa sentire leggera...non è cinismo non confondetevi è un ritorno al contattare la vera vita e non seguire delle regole che ci fanno muovere come automi e che non ci fanno stare in contatto con noi stessi e con ciò che ci circonda. Provate a svuotare le vostre vite e poi mi direte.... ; )

mercoledì 16 dicembre 2009

Affacciarsi a nuovi mondi.....

Domani giornata importante. Incrociamo le dita ; )

martedì 15 dicembre 2009

Affacciarsi a nuovi mondi: l'arte dei mutamenti


Il miglior Baguazhang è Taijiquan in un cerchio.
Questo è in realtà Baguazhang.
Tutto il resto del Baguazhang è Lohan Shaolin in un cerchio.

domenica 13 dicembre 2009

La via della conoscenza dell'essere


Lo Iaidō (居合道), è un’arte marziale giapponese, influenzata dalla dottrina Zen, che trae le sue radici dalle antiche scuole di Iaijutsu frequentate dai samurai e che hanno avuto il loro massimo splendore intorno al XVI sec.Lo Iai è l’arte dell’estrazione della spada (ma l’ideogramma giapponese Iai ha anche il significato di “conoscenza dell’essere” mentre Do significa “Via”).Al giorno d’oggi, in cui la guerra utilizza ben altre tecnologie, lo studio del katana ha acquisito valore come mezzo di indagine del profondo alla scoperta dell’essere.Il principio fondamentale dello Iai è il “Saya no Uchi”, “vincere senza sfoderare”, cioè dimostrare una tale superiorità nei confronti dell’avversario da indurlo ad abbandonare la contesa ancora prima di averla iniziata.


sabato 12 dicembre 2009

Mi è passata la voglia di sognare

Mi chiedevo cosa dovrei festeggiare quest'anno?
Il fatto che bambini vengono abusati da preti?
Il fatto che non si possa stare tranquilli neanche nelle proprie case, visto che i mariti danno a fuoco alle proprie mogli?
O del fatto che sembra che siamo stati governati dalla mafia stessa?
O magari potrei festeggiare per il mondo che stiamo distruggendo momento per momento?
Quello che chiedo a Babbo Natale è un briciolo di sensibilità e di coscienza morale, sociale ed ecologica.....ma so bene che Babbo Natale non esiste!!!
Ormai ci hanno tolto anche la voglia di sognare!

martedì 1 dicembre 2009

Pura saggezza

"Avremmo voluto che l'Italia fosse diversa e abbiamo fallito. Non e' piu' un posto in cui si possa stare con orgoglio. Per questo il mio consiglio e' che tu,
finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero", scrive, in una lettera aperta pubblicata oggi da Repubblica, Celli.

Secondo Celli, valori come "il senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, l'idea che lo studio duro sia la sola strada per rendersi credibili e affidabili" hanno sempre meno valore "in una società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili, di carriere feroci fatte su meriti inesistenti". "A meno che - aggiunge - non sia un merito l'affiliazione politica, di clan, familistica".

L'Italia, prosegue Celli citando casi come quello dei manager delle aziende, della ristrutturazione di Alitalia ma anche il mondo delle veline e dei tronisti, "e' un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorra' tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico".

lunedì 30 novembre 2009

Alla Madre terra chi ci sta pensando?



Il Dalai Lama ha chiesto oggi ai leader mondiali di fare della lotta al riscaldamento terrestre una priorita' del loro programma di governo. Il leader spirituale buddista, che si e' detto fiducioso sul buon esito del prossimo summit sul clima a Copenaghen, ha spiegato che tutti i leader politici dovrebbero impiegare le proprie energie nel tentativo di trovare una soluzione contro il riscaldamento terrestre. "Spesso le loro priorita' sono gli interessi nazionali, gli interessi economici nazionali. Solo dopo arriva il riscaldamento globale", ha detto a Sydney dove si trova per una serie di incontri. "Io penso che questo dovrebbe cambiare. Le questioni di interesse globale dovrebbero essere al primo posto", ha aggiunto.

Fonte :http://www.rainews24.rai.it/it/

giovedì 26 novembre 2009

I post dei guerrieri: i fiori dentro di noi

Questo post è dedicato a delle persone che mi hanno accompagnata per quattro anni della mia vita rendendoli degli anni indimenticabili. La gioia di avervi incontrato supera il dolore nel salutarvi ;)

Fonte: http://mushin.it/blog/

Poi ho scoperto che l’amore non è il fiore: il fiore è solo il suo frutto. L’amore è il campo, è la terra che custodisce quel nulla per la vista che racchiude già un miracolo di fragilità e profumata bellezza pronto a inondare di colore il mondo: il seme. L’amore è immortale come la terra, il modo in cui si manifesta è caduco come un fiore. Se la manifestazione dell’amore è così fragile e mortale che nonostante richieda infinite cure ed attenzioni, muore comunque come un fiore, ha senso cercare e vivere l’amore? Perché dargli importanza? Se è una sofferenza così inevitabile, per quale perverso motivo dovremmo gioire se sappiamo che che la nostra gioia di oggi sarà il dolore di domani?

L’amore è. Non si può impedire all’amore di manifestarsi, così come non si può impedire ad un campo di far germogliare i fiori. Il dolore e la paura che viviamo sono solo il nostro attaccamento alla manifestazione dell’amore: persone, luoghi, esperienze. Fermare la naturale morte delle esperienze è come cercare di far cambiare il corso di un fiume chiedendogli di scorrere al contrario, oppure piangere perché non siamo riusciti ad impedire al sole di tramontare.

Ma i fiori poi muoiono davvero? Ogni petalo perso così come ogni lacrima pianta, ogni fiore appassito così come ogni persona che è uscita dalla nostra vita, ha lasciato un segno. Invisibile ma solido. Ogni fiore che muore così come ogni fallimento che viviamo fertilizza il terreno del nostro amore rendendolo più ricettivo, meno sterile. I fiori di domani vivono dei loro fratelli appassiti così come le esperienze che viviamo oggi sono condizionate da quello che abbiamo già vissuto. L’unico modo per imparare ad amare è amare incondizionatamente. Non è stupendo? Quello che rende immortale l’amore non è una persona che ti sta sempre accanto, ma la tua capacità di non identificare in lei il tuo amore. Non significa che il tuo amore sia per tutti come ogni campo cresce fiori differenti. Né che il tuo amore si possa dare a tutti, perché un campo per mantenere un fiore si impegna, lavora, e crescere un fiore bellissimo spesso significa dedicarsi solo a quello. Se hai amato non hai sbagliato. Se hai fallito hai solo imparato a crescere meglio un fiore. Se ti senti in colpa è solo perché non hai accettato che i fiori non muoiono e non nascono: si trasformano.

Quindi se di recente hai perso un fiore ci sono due cose che ti consiglio di fare: la prima è non rimuoverne i resti dal tuo campo, al contrario devi farli abbracciare alla terra, il più in fondo possibile affinché diventando per sempre parte di te quel dolore possa fertilizzarti. La seconda cosa che ti consiglio è di avere pazienza e sorridere: è il modo migliore per aspettare la prossima primavera. Il miglior modo di superare una sofferenza non è quello di evitarla o resistergli, ma di abbracciarla stretta correndole incontro. Prima il fiore morto è abbracciato dalla terra, prima la fertilizza aiutandola a crescerne uno nuovo e più bello.


mercoledì 25 novembre 2009

Oltre l'amnesia


Cercherò in pochi giorni di farti ricordare quello che già sai......devi risvegliare il tuo essere e vedere quella luce interna che si è sopita.....mentre sei venuto qui, ti sei posto alcune domande e in questo modo hai cominciato a confrontarti con te stesso....solo chi sa ascoltare può procedere verso il compimento della propria opera. ...sei cieco di fronte ai messaggi che la natura ti manda attraverso la luce, le forme e i colori, perchè hai dimenticato il linguaggio della terra. Tu non hai voluto nè vedere nè ascoltare, perchè vivi nella città, dove si agitano moltitudini di uomini che pensano e non comprendono, dove la ragione ha ucciso l'intuito ("Negli occhi dello sciamano", Hermàn Hurache Mamani).

martedì 24 novembre 2009

Riprendere contatto con la nostra vera natura



Di me avevano fatto un uomo civilizzato,
strappandomi alle mie origini,
tentando di tagliare le mie radici che mi univano al passato e, con esse,
il rispetto e l'armonia che ogni uomo deve avere per se stesso e per la natura.


("Negli occhi dello sciamano", Hermàn Hurache Mamani, foto di Michele Falzone)

martedì 10 novembre 2009

Le cose che adoro....

Il fare le cose semplici della vita è una cosa che adoro, come guardare una pianta mentre faccio merenda in una pausa dal lavoro. Anche il lavoro adoro, quel piacere immenso che si prova nel fare le cose, quasi una meditazione, quando sei totalmente assorto nel momento presente, nell'azione che compi. Tutto ciò lo adoro. E' una gioia piena che sento nella vita di tutti i giorni. Quando ci riempiamo la vita delle nostre cose, delle cose che adoriamo, è facile sentire e provare certe sensazioni.

venerdì 25 settembre 2009

Voglio essere libera di prendermi cura di me stessa!

La vita è un dono che va tenuto con cura e attenzione! Possiamo decidere di prenderci cura di noi stessi con piccoli e grandi gesti quotidiani o lasciarci andare e vivere con inerzia! Possiamo fare molte più scelte di quanto crediamo, possiamo aprire molte più porte di quelle che immaginiamo!

martedì 22 settembre 2009

Mi tolgo l'armatura



Non sò se desiderare una vita normale..una famiglia, dei figli, delle risate, degli amici, una vita colorata abbia a che fare con i guerrieri.....sono stanca d'avventura e di lottare...non voglio essere più una guerriera ma solo vivere la mia vita così come la sogno. Sembra che la normalità sia diventata un lusso...

domenica 20 settembre 2009

Si riprende la Via ;)

Shih Ho: Il Morso che Spezza (fuoco sopra, tuono sotto)

In questa fase il giusto modo per affrontare la situazione è quello di intervenire in maniera decisa. Non è più il momento di eludere il problema o di evitarlo. Per riequilibrare il tutto occorre ristabilire la giustizia, utilizza ogni mezzo lecito a tua disposizione: la perseveranza ti premierà.

giovedì 17 settembre 2009

Da non dimenticare...


Desidera, mantieni viva la tua anima!

lunedì 20 luglio 2009

Da un'immagine alla realtà


Tempo fa immaginavo una casa del tè e dei guerrieri...ieri ero con quei guerrieri e la tazza di tè non era immaginata ma reale; abbiamo semplicemente realizzato quello che per tanto tempo era stato solo un immagine, un desiderio. Tutto è possibile, basta fare un passo in direzione dei nostri sogni. Grazie amici :)

domenica 12 luglio 2009

I post dei guerrieri: sentirsi a casa

Da Mushin:
E scopro la profonda validità di un luogo comune legato al viaggio:
sei a casa dove ti senti a casa.
E questo dipende sempre dalle persone.

lunedì 6 luglio 2009

Nei momenti di decentratura mi piace leggere della Via...

La cosa più naturale sembra irreale.
Chi cerca l'erudizione ogni giorno aggiunge qualcosa,
chi cerca il Tao ogni giorno perde qualcosa.
Il morbido vince il duro,
il debole vince il forte.
Sii vuoto e sarai riempito.
(Tratto liberamente dal Tao Te Ching - Lao Tze)

lunedì 29 giugno 2009

lunedì 22 giugno 2009

Che ne pensate?.....sono un pò dubbiosa..

Pensando alle distese africane, immaginare di vedere spuntare 5000 antenne di telefonia mobile magari ci può abbagliare per un secondo. L’attimo dopo è speranza. Appeso ad un network di telefonia mobile è il futuro di decine di migliaia di persone, le popolazioni africane che sono le più drammaticamente colpite dai cambiamenti climatici. L’Africa Sub Sahariana da sola ha un quarto delle 300mila vittime che ogni anno muoiono per colpa del climate change.Le tempeste mietono circa 5000 vite all’anno solo sul Lago Vittoria. E da qui parte il progetto di Global Humanitarian Forum con Ericsson ed operatori mobili locali come Zain: si tratta di prevenire le catastrofi ambientali e sviluppare un sistema di risposta adeguata. Attorno a questa regione del Kenya saranno istallate le prime 19 stazioni automatiche di rilevamento meteorologico, che raddoppieranno la capacità di monitoraggio sul lago Vittoria, la tecnologia sarà estesa anche a Tanzania e Uganda.Con meno di 300 stazioni meterologiche l’Africa attualmente è coperta da un network 8 volte inferiore agli standard del WMO, partner del progetto. Nei prossimi anni su tutto il continente africano sorgeranno 5000 stazioni automatiche di rilevamento meterologico che si appoggeranno a siti di telefonia mobile, nuovi ed esistenti.Attraverso il suo Mobile Innovation Centre in Africa la Ericsson svilupperà applicazioni per celulari che dovrebbero facilitare la comunicazione via cellulare dei dati elaborati dai servizi meterologici e idrologici (NMHSs) africani. Gli operatori di telefonia mobile, anche locali, gestiranno le nuove stazioni di rilevamento trasmettendo ai servizi nazionali informazioni metereologiche utili a salvare vite umane. I dati potranno essere sfruttati da scienziati, enti che gesticono le risorse idriche ed energetiche, compagnie di trasporto.“Siamo il principale gestore dele telecomunicazioni in Africa da 100 anni e questa iniziativa è un’opportunità unica per mitigare l’impatto del climate change e al tempo stesso rafforzare i network meteorologici nel continente – ha detto Carl-Henric Svanberg presidente di Ericson, che ha invitato nel progette gli altri operatori locali.Le prime centrali si appoggeranno proprio alla Zain: “Le comunità africane potranno disporre più facilmente delle informazioni meterologiche, la telefonia potrà davvero milgliorare la qualità di vita e la sicurezza di persone nelle aree più remote del mondo” ha commentato per parte sua Saad Al Barrak CEO della compagnia di telecomunicazioni africana.Per farsi un’idea circa il 70% degli africani dipendono da agricoltura e pastorizia, i contadini africani ancora applicano metodi agricoli risalenti alla loro tradizione centenaria, e le loro osservazioni empiriche del tempo sono state ora stravolte dai cambiamenti climatici. Un rapporto di Global Humanitarian Forum stima che da qui al 2020 i raccolti saranno decimati del 50%, mettendo in pericolo 700 milioni di persone. “ Non siamo mai stati capaci di istituire un monitoraggio meterologico di queste dimensioni prima d’ora, unire le competenze specifiche di diversi attori privati e pubblici contribuirà a salvare vite mane e a migliorare la qualità di vita delle comunità africane, che sono in prima linea di fronte al climate change” ha detto Kofi Annan, presidente del Forum .Una comunicazione migliore consentirà di sviluppare nuovi servizi come il “microinsurance” basati su indici meterologici della pioggia ad esempio.Un partner del progetto è il Centro per gli Studi sulla Terra della Colombia University che assisterà l’istallazione di queste stazioni meteorologiche nei “Villaggi del Millennio” un progetto di sviluppo rurale esteso in 10 paesi in via di svilupppo con l’obiettivo di raggiungere gli Obiettivi del Millennio nella lotta alla povertà.

lunedì 15 giugno 2009

2048

Non riesci ad immaginare un mondo senza pesci? Scoprirai presto di cosa stiamo parlando, e per la precisione entro il 2048. Se si continuerà a pescare in modo insostenibile, così come si sta facendo adesso, i nostri mari saranno abitati da meduse, alghe e vermi, nulla di più. Non è una previsione allarmistica e senza fondamento, ma una scomoda verità che porta a galla il documentario inglese uscito il 12 giugno. "Se non cambiamo il nostro atteggiamento il mare morirà" ci racconta Charles Clover, autore dell'omonimo libro "The End of the Line" (tradotto in Italia Allarme pesce) da cui è stato tratto il documentario. "Non ci saranno più pesci. E la differenza fra questo ed altri problemi ambientali è che questo è relativamente facile da risolvere. Quando i vostri figli vi chiederanno "Dov'è finito il pesce? La risposta sarà molto semplice: Lo abbiamo mangiato". La soluzione è alla portata di tutti. Consiste nel controllare sempre la provenienza del pesce che si intende acquistare, evitare determinati tipi di pesce in estinzione, come il tonno pinna blu. Spargere la voce, twittare, diventare degli attivisti e non ultimo, provare a portare questo documentario in Italia."Purtroppo non siamo ancora stati contattati da nessuna casa di distribuzione italiana, al momento il film uscirà in Inghilterra, in America e probabilmente in Giappone", ci ha spiegato Christopher Hird, produttore del film. Il documentario, presentato in anteprima in alcune sale l'8 giugno, in occasione della giornata mondiale degli oceani è stato premiato al Sundance Film Festival e da oggi sarà distribuito in molte sale inglesi."Il problema non è la pesca in generale, ma quella eccessiva e che non lascia il tempo necessario ai pesci per riprodursi", spiega Rubert Murray, regista del film, "Secondo gli scienziati il numero di pesci grandi in tutti i mari si è ridotto del 70-90% circa. Sono spariti, perché li abbiamo mangiati. La pesca è diventata un enorme business. I pescherecci industriali hanno a bordo tecnologie avanzatissime, inclusi gli ultrasuoni. La più grande rete a strascico del mondo potrebbe contenere ben tre 747. Abbiamo un grande potere nelle nostre mani e non siamo più capaci di controllarci. Secondo la CNN il 50% del pesce pescato nel mondo è catturato soltanto dall'1% dei pescherecci". Il tonno pinna blu per esempio si sta estinguendo. La popolazione dell'Atlantico si è decimata dagli anni '70 del 90%. È il sushi più costoso che si possa comprare. Ci sono dei limiti imposti dai governi dei vari paesi, che comunque sono fin troppo alti e permessivi e che non consentono al pesce di riprodursi. Inoltre, soltanto il Giappone negli ultimi 20 anni ha comprato 2 miliardi di dollari di tonno pinna blu illegale. E nonostante tutto continuano ad essere molti i ristoranti in cui è possibile acquistarlo (come il celebre Nobu di Londra). L'unico modo per fermare questo business è smettere di comprare. Scendendo la domanda, inevitabilmente crollerebbe l'offerta. Ma la buona notizia è che possiamo davvero fare qualcosa per fermare questo massacro. E non significa smettere di mangiare pesce. Molti sono prodotti in modo sostenibile, occorre soltanto comprare in modo responsabile. Probabilmente avrai già sentito parlare del problema della pesca insostenibile, e vedere il documentario ti aiuterebbe a capire che cosa sta succedendo e come bisogna agire. Perché siamo certi che, come noi, non ti sarai reso conto che l'overfishing porterà inevitabilmente ad uno mondo senza pesci. Per poter diffondere il documentario a livello globale internet può essere vitale. E se al momento non è ancora prevista la possibilità di vedere l'intero doc online, la casa di produzione The Fish Film Company ha stretto una partnership con Babelgum, la prima Tv online indipendente, che da oggi trasmetterà una serie originale divisa in 6 episodi in cui il regista Rubert Murray porta gli spettatori nel backstage nel più grande documentario sull'ambiente del 2009.
Speriamo davvero che anche con il vostro aiuto qualcuno decida di distribuirlo in Italia, nel frattempo vi invitiamo a seguire la serie su Babelgum, a sensibilizzare amici e familiari ad un acquisto responsabile del pesce e a documentarsi sul problema della pesca insostenibile, leggendo il libro di Clover o tramite internet.
Domani tuo figlio potrebbe chiederti come mai non hai fatto nulla per evitare questo disastro ecologico. E non potrai rispondere che non ne avevi avuto la possibilità.
Fonte:

martedì 9 giugno 2009

Passo d'elefante


Invece di galoppare in giro camminiamo lentamente,

come una mucca o un elefante.

Sei già un buono studente zen

se sai camminare lentamente,

senza l'idea di ottenere qualcosa.

lunedì 8 giugno 2009

CambioStagione

Da oggi cambio vita!....si da oggi cambio vita, cambio atteggiamenti mentali e comportamenti....è un esperimento vediamo cosa accade. Una vera e propria operazione di potatura da tutti quei meccanismi che ci fanno stare male...e un pò di fertilizzante; cioè amare, amare quando cucino, amare chi è importante per me, amare il mio corpo (riprendere la pratica, respirare....), leggere con amore, stare nel momento presente....La sensazione è quella di svuotare un armadio e tenere solo le cose vere importanti ed eliminare tutto il superfluo che ci appesantisce la vita ogni giorno...

domenica 31 maggio 2009

I post dei guerrieri: come foresta di bambù

Dal blog di Mushin
http://mushin.it/blog/me/seduto-sul-limite-il-vuoto-mi-mostra-il-pieno/


Come ho detto più e più volte, una cosa che mi piace al punto che ne farei un archetipo o un topos letterario, è la foresta di bambù. Il bambù è una delle piante più semplici e lineari esistenti, eppure tanti fusti di bambù riescono a fare una foresta intricata. Mi piace proprio questo suo potere immaginifico: quale migliore metafora per spiegare la grande capacità dell’uomo di costruire problemi complessi a partire da elementi semplici?
L’armonia non è una questione di quantità, ma di rapporto, come tutti gli equilibri.
Ora mi lascia sempre una strana sensazione vedere come tutti noi essere umani abbiamo in comune il desiderio di essere felici. Eppure questa cosa comune ci divide anziché unirci perché nella nostra personale ricerca della felicità facciamo degli altri un ostacolo. Non ci curiamo di cercare una soluzione comune, né di identificarci nel desiderio dell’altro, che seppure è contrapposto a noi, in realtà chiede la stessa cosa.
E così in questo mondo sub-ottimale il conflitto è la norma, e ci sentiamo bene quando riusciamo a costruire delle isole di fiducia con persone speciali, con le quali riusciamo a condividere uno sforzo comune che faccia di ciascuno contemporaneamente veicolo e fine della nostra ricerca di appagamento.
Sono momenti magici e persone speciali, ma sono rese tali proprio dall’estrema contingenza degli eventi che le legano a noi, diamo loro estremo valore proprio in relazione al fatto che sappiamo che quella situazione/rapporto è costantemente minacciato dalle cose della vita.
Non comprendo ancora bene perché, ma è sull’orlo del precipizio che fa da limite al tuo mondo che riesci ad avere uno sguardo d’insieme su questa realtà che ti contiene. Il limite non è sostenibile. Eppure è la che si trova sé stessi, punto di partenza di ogni felicità.

Un passo oltre...

Si dice che
la parte più lunga del viaggio sia
l'attraversamento della porta.
Marco Terenzio Varrone
Ogni volta che facciamo una scelta, ogni volta che cominciamo a realizzare i nostri sogni, i nostri desideri attraversiamo una porta....auguro a tutti voi guerrieri di non restare davanti l'uscio a pensare a quanto può essere bello e nel contempo rischioso quello che c'è oltre la porta ma di fare un passo oltre e vedere nuovi paesaggi. La vita, quella piena, reale non è fatta per essere fantasticata ma per essere vissuta.

mercoledì 20 maggio 2009

Agire

Qualsiasi cosa voi pensiate o crediate di poter fare,
cominciatela.
L'azione ha in sè
la magia,
la grazia e
il potere.
(Goethe)

martedì 19 maggio 2009

In via di estinzione...

In Italia uomini che fanno e sanno riflettere sulla politica (e non spettacolo) sono ormai in via d'estinzione; questo articolo mi sembra scritto da uno degli ultimi esemplari italiani che ancora pensa...
"MA IO PER IL TERREMOTO NON DO NEMMENO UN EURO..." (di Giacomo Di Girolamo, redattore del Giornale di Sicilia)Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta delpremier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, delpopolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo delpozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni voltala Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia delnostro Paese.E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno?Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente?Il tempo deldolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma delponte.Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti delterremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate.Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente.Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima?Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquilain realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo.Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove – per dirne una – nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto.Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto.Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti delgiorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso delcanone per quella bestialità che avevano detto.Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto.Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia.Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know – how del Sol Levante fosse solo un’ esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico.E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia.Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso.Come la natura quando muove la terra, d’altronde.
Giacomo Di Girolamo

sabato 16 maggio 2009

Stavolta vi offro un tè pregiato...

Il Libro del Tao e della virtù (Tao Tê Ching), considerato come una delle vette del pensiero cinese è opera di Lao-tse (o Lao-tzu), nato intorno al 570 a. C. Ogni capitolo comincia di solito con qualche paradosso e lo sviluppa con rilievi paralleli, introdotti dalla parola " perciò" . Una parola che, comunque, non è da intendere in senso causale: difatti, a differenza della logica occidentale, la logica cinese prevede che la causa possa essere un effetto e un effetto possa essere una parte della causa: per i cinesi, ha scritto lo studioso Lyn Yutang, "causa ed effetto non sono aspetti successivi, ma solo aspetti simultanei della stessa verità".

I - DELINEA IL TAO
Il Tao che può essere detto non è l'eterno Tao, il nome che può essere nominato non è l'eterno nome. Senza nome è il principiodel Cielo e della Terra, quando ha nome è la madre delle diecimila creature. Perciò chi non ha mai desideri ne contempla l'arcano,chi sempre desidera ne contempla il termine. Quei due hanno la stessa estrazione anche se diverso nome ed insieme sono detti mistero, mistero del mistero, porta di tutti gli arcani.
Vediamo che ve ne sembra di questa idea? Ogni tanto pubblico un capitolo e chi sa tradurlo lascia un suo contributo...

venerdì 15 maggio 2009

: )


La mia vita sta diventando dolcissima.
Fatta di tenerezza e momenti felici.
Grazie a tutte le persone che me la colorano ogni giorno!

giovedì 14 maggio 2009

Ci siamo!




Lo Yin lascia posto allo Yang e tutto si trasforma...

lunedì 11 maggio 2009

Forza generatrice

Nel nei Jing il maestro Qi Bo cosi’ esprime la teoria dei 5 Elementi:
” I 5 Elementi- il Metallo, l’Acqua, il Legno, il Fuoco e la Terra - sono alternativamente, in posizione o di preminenza o di irrilevanza. Questo cambiamento ci fa capire la vita e la morte, la creazione e la decomposizione- e la diversa gravita’ della malattia.”
La teoria dei 5 Elementi non e’ antica quanto il concetto di Yin e Yang, anche se si sa con certezza che esisteva gia’ intorno al 1000 a.C.
Ogni elemento e’ collegato ad una stagione: l’Acqua all’ Inverno, il Legno alla Primavera, il Fuoco all’Estate, la Terra alla tarda Estate, il Metallo all’Autunno.
Ogni Elemento rappresenta un differente stato dell’essere umano, proprio come ogni stagione determina una differente condizione del mondo naturale. In Primavera ( Legno ) e in Estate ( Fuoco ) predomina lo Yang; in Autunno ( Metallo ) e in Inverno ( Acqua )predomina lo Yin.
La cosidetta ” Tarda Estate ” (Terra ) corrisponde ai mesi di Agosto e Settembre, quando il ciclo annuale in equilibrio fra la fase Yang dell’anno, cioe’ quella della crescita e dell’attivita’, e la fase Yin, cioe’ quella del declino e del riposo, fa una pausa.
I 5 Elementi ( a volte chiamati le 5 Fasi) vengono spesso rappresentati come nell’immagine accanto per mostrare la natura delle loro relazioni reciproche.
Ogni elemento generato da un altro, a sua volta genera quello successivo, proprio come la Primavera arriva dopo il periodo di riposo invernale, e con l’esplosione della sua forza generatrice annuncia l’Estate. http://guide.supereva.it/energia_del_respiro/interventi/2008/04/328782.shtml


Siamo nel periodo di esplosione della forza generatrice, quindi liberate il vostro potenziale creativo, dipingete , fate progetti, pensate a cambiamenti di vita...

I cinque elementi

Dall'antica cultura cinese tutto ciò che esiste, che è sensibile e percepibile con i cinque sensi si ritiene possa essere ricondotto a Cinque Elementi.
Essi sono: Legno, Fuoco, Terra, Metallo e Acqua e nascono dall'interazione di Yin e Yang.

Le loro caratteristiche sono di essere associati con il ciclo delle stagioni, lo spazio, i sensi, i colori e gli stati d'animo.
Legno: è il simbolo della prorompente energia della primavera in cui tutto cresce, che ha grande vigore e si espande in tutte le direzioni.
Fuoco: è la massima energia del ciclo, dove tutto è al suo massimo. Da questo punto inizia il declino.
Terra: è il punto centrale delle cinque energie; si muove in direzione orizzontale e influenza la transizione da una all'altra.
Metallo: è la forza più concentrata in quanto è prodotta dal movimento verso l'interno; ha le caratteristiche di addensarsi e coagularsi.
Acqua: è un'energia che tende verso il basso, verso un punto di massima quiete e concentrazione per predisporre la ripresa, la nuova partenza.
Dalla relazione dei Cinque Elementi nell'equilibrio cosmico e terrestre nasce tutto ciò che esiste: in un concatenamento costruttivo, ma anche in una successione distruttiva.Dal disegno si evince che il concatenamento a stella è distruttivo mentre quello a cerchio è costruttivo.Un Qi positivo si ottiene dall'incontro dei Cinque Elementi nella successione positiva.Inoltre gli Elementi sono in rapporto con ogni organo e percezione sensoriale dell'uomo.Dal rapporto organi-elementi e dalle valutazioni sulla persona un Maestro Feng Shui è in grado di stabilire cosa è meglio per lei nella sua casa e negli ambienti dove rimane più a lungo.
Tomaso Scotti

Oltre il tempo e le culture


Il guerriero

non è taoista,

buddista,

confuciano,

cristiano,

induista

o può essere tutte queste cose.

Il guerriero segue il principio del corso naturale delle cose,

quei principi universali che si trovano

in ogni cultura

e in ogni tempo.

venerdì 8 maggio 2009

I post dei guerrieri: essere guerrieri è anche questo

Rubato al Biondo:
Sacrificarsi per il guerriero è mettere in gioco se stesso ogni giorno, fin dentro le radici più profonde del proprio essere. Insegnare ai bambini con il proprio esempio, dedicare il tempo a chi ha domande da porre, ascoltarsi ed ascoltare il prossimo.. come diceva uno dei più grandi guerrieri della storia dell'umanità:"Ama il prossimo tuo come te stesso", ama te stesso e rispettati, così sarai in grado di amare ciò che è intorno a te, sia esso essere umano, animale, pianta...

giovedì 7 maggio 2009

La Via in 5 anelli



Testo suggerto da Suppaman:


Il libro dei cinque anelli e' composto da cinque libri, il libro della terra, dell'acqua, del fuoco, dell'aria e l'ultimo, il piu' breve, ma anche piu' significativo, del vuoto.


....tutti e cinque libri parlano in sostanza della via di Haiho, l'arte, la via del guerriero. Un praticante di tale via era un esperto di armi e tecniche di combattimento, ma la sua vera forza, non era nella spada e nella destrezza manuale con cui sapeva maneggiarla, ma nella fermezza interiore e nel distacco.


Un samurai era tale solo agli occhi altrui, non ai suoi, non ne aveva, era gia' morto. Per un samurai non c'era un domani, non c'era un ieri, non c'era nemmeno il presente, c'era solo il qui e ora, era il qui e ora, era il Ku. Il Ku era tutta la sua vita, tutta la sua esistenza, tutti i suoi ieri, oggi, domani.
"Un colpo, una vita" una massima tratta dal celeberrimo libro "Lo zen ed il tiro con l'arco". Un colpo, una vita; tutta la vita, tutta l'esistenza in un solo colpo, qui e ora. Questo era il senso, il significato, non c'e' il combattente, non c'e' il combattuto, non c'e' il combattimento, c'e' solo il qui e ora, un colpo, un colpo solo che e' tutta la vita, tutta l'esistenza del combattente, del combattuto, del combattimento.

Non provava avversione ne' timore per l'avversario, cosi' come non provava attaccamento per la sua o altrui vita. Un samurai non aveva una vita, perche' non c'era nessuno a possederla. Il samurai agli occhi altrui era il peggior nemico che si potesse incontrare, non aveva niente da perdere, a cominciare dalla cosa piu' preziosa, la sua stessa vita.

La via di Heido era una via del distacco, una via di centratura interiore, una via del qui e ora, una via quindi realizzativa. Non a caso Zen e samurai vissero profonde correlazioni.

La spada, le tecniche, i combattimenti, divenivano solo aspetto esteriore, manifesto, fenomenico, di una fermezza, di una costante, di un distacco che era tutto interiore.


...






Cambiare orientamento per avere un nuovo sguardo sulle cose

Fra tutti i movimenti proposti dallo yoga, la rotazione/torsione è uno dei più caratteristici. Quasi del tutto assente nello sport, nello yoga è presente in molti asana.

Cambia orientamento
Simbolicamente è l’espressione di un cambiamento di orientamento, di un “volgersi” verso qualcosa o qualcuno che prima non era visibile. Letteralmente una rotazione è il movimento di un corpo che gira intorno all’asse passante per il baricentro, una torsione è la deformazione di un corpo solido attorno a un asse, nella quale le fibre, inizialmente parallele, diventano elicoidali. In molti asana ritroviamo entrambi questi aspetti. Limitandoci alla colonna vertebrale, abbiamo rotazione nel movimento di ogni vertebra rispetto a quelle adiacenti, e torsione di tutte le strutture muscolari e legamentarie interessate. È chiamata appunto torso la parte del tronco, dalla vita al collo, dove si realizza il movimento.

Come un panno strizzato
Per capire meglio l’utilità e gli effetti delle posizioni di rotazione/torsione, possiamo analizzare cosa accade nella colonna vertebrale. Da un punto di vista analitico, il movimento di una vertebra rispetto all’altra è una rotazione attorno a un asse. Se consideriamo come è costituito un disco intervertebrale (la struttura che unisce ogni vertebra a quella adiacente) possiamo osservare che attorno al nucleo polposo, la parte centrale gelatinosa, abbiamo una successione di strati fibrosi concentrici. In caso di rotazione, data la scarsa elasticità delle fibre, si produce una leggera compressione del disco (avvicinamento delle vertebre), con la conseguente decompressione nel momento di ritorno alla posizione di partenza. Il movimento è simile a quello che si effettua torcendo un panno per strizzarlo: le due estremità tendono ad avvicinarsi. Il disco vertebrale, non essendo vascolarizzato, si nutre per imbibizione (assorbimento): come una spugna che si imbeve di liquidi e sostanze nutritive quando si dilata ed espelle liquidi e sostanze da eliminare quando è compresso. Una mobilizzazione può quindi essere molto salutare, a condizione che si realizzi senza carico eccessivo e nel rispetto della mobilità naturale dell’articolazione.

Azione interna
Si può inoltre ipotizzare un’azione simile sui visceri, principalmente quelli contenuti nella cavità addominale: in caso di torsione del tronco, la pressione interna aumenta (il giro-vita si riduce). Non a caso i testi tradizionali dello Hatha Yoga parlano di azione sul “fuoco gastrico”, nella descrizione di alcune posizioni classiche di torsione come Marichyasana e soprattutto Matsyendrasana. In questi due esempi, l’azione di compressione viscerale è accentuata dalla pressione che la coscia esercita appoggiandosi sulla parete addominale. La colonna vertebrale in una posizione di rotazione è molto particolare: somiglia a una scala a chiocciola molto allungata.
Possiamo facilmente rendercene conto passando la punta di un dito lungo la colonna vertebrale di una persona che realizza la posizione. Questo produce una liberazione delle costole dal lato opposto alla rotazione (quello che viene portato in avanti in una torsione seduta) e una parziale deformazione elastica del diaframma, sicuramente interessanti per un’azione di rieducazione respiratoria. A partire dalle considerazioni precedenti possiamo trarre tre importanti indicazioni per eseguire le torsioni:
1. Mantenere tutto il tempo un’azione di autoallungamento della colonna vertebrale: eviteremo così un’eccessiva compressione dei dischi intervertebrali e si ridurrà la deformazione scoliotica della colonna.
2. Mantenere l’asse di rotazione rettilineo (la sommità del cranio allineata con il perineo).
3. Prestare particolare attenzione al respiro.

Liberi di scegliere
Nel corpo si cristallizzano, sotto forma di rigidità, resistenze o blocchi, le esperienze vissute, soprattutto quelle dotate di forte impatto emotivo, producendo costrizioni e condizionamenti che progressivamente limitano la libertà di movimento, fisico ma anche psichico. La mancanza di rotazione corrisponde a una perdita della libertà di decisione, a un imprigionamento nei condizionamenti e nelle abitudini del passato. Possiamo praticare quindi le posizioni di rotazione/torsione con lo stato d’animo di ridare la libertà necessaria alla nostra colonna vertebrale e, soprattutto, di riappropriarci del nostro “libero arbitrio”.
Fonte:

martedì 5 maggio 2009

: )


ALE
TI
AMO
HAI FATTO DELLA MIA VITA
UNA FAVOLA

martedì 28 aprile 2009

Yoga e Tai Ji


Rispondo a Cesare: Luisa è una fotografa straordinaria, anche io adoro la fotografia e pian piano sto imparando. Per quanto riguarda il Tai Ji pagherei per allenarmi con la tua saggia insegnante cinese. E' vero quando cominci a praticare Yoga non riesci più a disgiungerlo dalle Arti Marziali; io la vera passione ce l'ho per le Arti Marziali e per la filosofia taoista ma comprendo che lo Yoga è un sistema completo e fondamentale per la salute del corpo. Con lo Yoga stai nel momento presente, non fai il movimento....è come se fossi il movimento stesso... unisci questo al Tai Ji e....a questo punto le parole non possono spiegare ciò che non è spiegabile ma solo sperimentabile.

25 Aprile


Oggi ho sentito in tv una frase che faceva più o meno così: "gli italiani non saranno liberi finchè la scuola non sarà libera".......io la penso esattamente così. L'ignoranza è la forma più terribile di mancanza di libertà. Il 25 aprile è un giorno in cui si festeggia la libertà, e quest'anno, la giornata mondiale del Tai Ji, mi faceva riflettere questa coincidenza e pensavo: che se ogni uomo praticasse tai chi, tutto sarebbe armonico, seguirebbe il corso naturale delle cose.....forse ci sarebbe libertà? Che ne pensate?

domenica 26 aprile 2009

Occhi che si incontrano

I guerrieri sono esseri speciali,
se hai la fortuna di incontrarne uno durante il tuo cammino
potrebbe stravolgerti la vita:
a me è accaduto!

lunedì 20 aprile 2009

Pace


Sto bene,

sono un guerriero che sta bene,

senza più lotte, senza affanni.

Il guerriero è anche quello che sa godere della pace,

che si rilassa, che non si stressa.

Due parole:

Wu Wei

giovedì 16 aprile 2009

mercoledì 1 aprile 2009

La potenza delle cose semplici


Sono stata abituata a faticare tantissimo nelle mie pratiche marziali ed oggi che mi trovo a praticare chen mi sorprendo della totale assenza di fatica (almeno per ora è così)...mi sorprende come una cosa così lenta, nasconde un'essenza potentissima, cosa che scorgi appena cominci a capire un pò i principi del tai chi. Assenza di fatica non significa facile: ci sono cose che non so davvero come fare, come stare totalmente rilassata, lascire che il mio busto non contrasti la forza di gravità ma senza che le gambe si affatichino per sostenere il peso del busto, come far partire il movimento da un piede e poi come una spirale che attraversa tutto il corpo fare uscire la forza (espellerla fuori senza bloccarla) dalle mani....la sensazione è quella di avere davanti una montagna insormontabile...ma un passo dopo l'altro...

mercoledì 18 marzo 2009

Chen

"Ci sono mille tecniche, ma un unico principio"


Ishin da ieri torna a praticare Kung-fu, la sua vera passione. Ho cominciato per caso con l'Aikido, per passare al Wing-Chun e adesso il Taiji Quan stile Chen. Mi sento rinata, le sensazioni che ho provato ieri in palestra sono meravigliose, vedere come il Maestro usa la forza mi ha emozionato in maniera inaspettata. La sensazione mentre praticavo di serenità e vuoto mentale.
QUINDI DA OGGI CARI GUERRIERI AVRO' DA RACCONTARVI...


giovedì 12 marzo 2009

mercoledì 11 marzo 2009

Bachi da seta


Chan Ssu Jin


Si tratta di un modo particolare di utilizzare la forza, con movimenti a spirale eseguiti in senso orario o antiorario.

Per definire questa forza, i maestri della scuola Chen usano l'espressione

'Forza avvolta come un filo di seta',

per il suo somigliare a un filo di seta che si dipana dal bozzolo disegnando spirali che si muovono nello spazio.

sabato 28 febbraio 2009

Wang Xiang Zhai

Muovendoti secondo le onde dell'energia, sei un drago.
Inspirando ed espirando naturalmente quieto entri nella legge di ogni moto.
Pratica in armonia con l'ora e la stagione e la tua propria abiltà, la tua propria, verrà in piena luce.
Mentre muovendoti avrai il balzo della tigre, quieto in te riposerà il drago.

venerdì 27 febbraio 2009

Tutta la vita in un film

Wing Chun

Quando arriva la primavera?

mercoledì 25 febbraio 2009

Chen

Complici

Ci sono relazioni in cui la complicità è imprescindibile e forse anche più forte dell'amore.

sabato 21 febbraio 2009

Seqenze celesti

Il bagua 八卦 o pakua è un simbolo i cui significati si riscontrano in vari campi della millenaria cultura cinese: dal Taoismo, alle tecniche Feng shui, alle arti marziali. Ba significa otto, gua significa trigrammi. Il significato di bagua (ba gua) è dunque otto trigrammi. È generalmente rappresentato con un Taijitu centrale, contornato da otto trigrammi dell'I Ching, allineati ciascuno ad un punto cardinale, formando un perfetto ottagono. Le linee che costituiscono i trigrammi sono distinguibili in due tipi:
Linee intere: rappresentanti la polarità positiva, Yang.
Linee spezzate: rappresentanti la polarità negativa, Yin.
I trigrammi sono costituiti ognuno da tre di queste linee, assemblate in otto diverse combinazioni. Ciascun trigramma può essere inoltre combinato con ognuno degli altri, dando origine a sessantaquattro gruppi da sei linee, i sessantaquattro esagrammi. Questi sessantaquattro esagrammi costituiscono le basi del libro cinese dell'oracolo: rappresentano infatti tutte le possibili condizioni della vita umana. Una leggenda afferma che il sistema di trigrammi ed esagrammi fu sviluppato da Zhou Gong, il consigliere e parente del primo imperatore della dinastia Zhou.
Del bagua esistono due versioni, che differiscono essenzialmente per la disposizione dei trigrammi, e quindi delle varie zone di influenza. Queste due versioni si chiamano Prima sequenza celeste e Seconda sequenza celeste.

Fonte: Wikipedia.

giovedì 19 febbraio 2009

Stabilità

Da praticante di arti marziali guardavo con scetticismo lo Yoga, nel senso che credevo non poteva darmi tutto quello che mi dava la mia grande passione, invece mi sono ricreduta. Pur non soffrendo minuti e minuti piegata sulle gambe sento le mie ganbe che diventano sempre più forti e stabili. E' una sensazione di assoluta stabilità e radicamento con l'elemento terra. Ancora una volta, tante strade per un'unica Via.
"Il radicamento psicocorporeo è innanzi tutto un assetto interiore. Uno stato di tranquillità, rilassamento, fiducia in sé stessi, ascolto di sé, accompagnato da una respirazione lenta e profonda.
Non coincide con l'inamovibilità: gli spostamenti ben eseguiti sono espressione del radicamento, tant'è che si può parlare di radicamento in movimento o radicamento dinamico.
Il praticante, in linea di principio, non dovrebbe opporre la sua forza fisica alla spinta di una forza esterna.
Gli esercizi di tenuta e resistenza alle spinte, sono semplicemente propedeutici allo sviluppo del senso di radicamento, percezioni favorite dall'esperienza a coppie. Va da sé che lavorando a coppie il grado di consapevolezza del proprio radicamento viene direttamente sperimentato sul campo.
Il Tan Tien (baricentro energetico) del praticante è in espansione e l'energia si diffonde in tutta la persona. Il praticante percepisce la propria energia e il proprio corpo come una sfera, pronta a roteare sul proprio centro mantenendo la stabilità.
Il praticante percepisce il radicamento alla terra tramite i piedi e le gambe, anch'esse in espansione modulata, vale a dire che, grazie ad una tenuta elastica, si trasformano in vere e proprie molle pronte a restituire la forza ricevuta, in un dialogo continuo e amico con la terra.
La colonna vertebrale viene allineata e posta in allungamento tramite la retroversione del bacino, ottenuta grazie al rilassamento (evitando di spingere meccanicamente il bacino in avanti), la "sospensione" della testa e il rilassamento delle spalle." (http://www.energiaeforma.it/p.php?PAG=il-radicamento-in-movimento-equilibrio-ricerca-interiore&pagina=53&ambito=corso)