Il guerriero non è taoista, buddista, confuciano, cristiano, induista o può essere tutte queste cose. Il guerriero segue il principio del corso naturale delle cose, quei principi universali che si trovano in ogni cultura e in ogni tempo.




venerdì 18 aprile 2008

Chiacchiere tra guerrieri all'ora del the: MANO VUOTA e SPIRITUALITA'

Per rik: ecco vedi, avevo il pregiudizio sul karate e invece la filosofia non risparmia nessun'arte marziale. Interessante il concetto di MANO VUOTA...apertura mentale...nel senso di essere aperto nei confronti dell'esperienze nuove? di ciò che non conosciamo (quindi affrontare le paure?)...metterci nel punto di vista dell'altro? Apertura all'essere vero? Qualcosa di simile al concetto di autenticità..nel senso di far venir fuori la nostra vera essenza senza fronzoli sociali?
La penso assolutamente come te per quanto riguarda i veri Maestri e credo che questo sia un problema reale visto il forte potere suggestivo che esercitano sugli allievi.
Non sono d'accordo, invece, sul discorso del "siccome l'arte marziale mi riempie lo spirito non ho bisogno di Dio"...credo invece che ognuno ha un suo modo di vivere la propria spiritualità e va rispettata. Sono atea e da qualche tempo simpatizzante taoista...anche se credo che la verità stia in mezzo e quindi credo che la saggezza stia fra la NON AZIONE del taoismo e l'AZIONE del confucianesimo...ma ancora ne so veramente poco, quindi staremo a vedere!

12 commenti:

Andrea Sguotti ha detto...

Nella vasta filosofia orientale c'è un bellissimo detto:

"Agire non agendo, Non Agire agendo"

Che ne pensate?
Un abbraccio di luce a tutti!

Viviana B. ha detto...

Suppaman, penso che ne parlerò con il mio Maestro questo fine settimana, visto che avrò l'opportunità di partecipare ad uno stage di due giorni con lui direttamente... ;-)
Per quanto riguarda il Karate di Rik anche io, come Ishin, ero sempre stata scettica. Non discuto che la filosofia e la storia di quest'arte possano essere estremamente affascinanti ed interessanti, ma sono proprio i movimenti che non vedo adatti a me. Mi sembrano così... rigidi, secchi. Personalmente mi sento più portata a movimenti fluidi... ma è un gusto del tutto personale, lo ripeto!
Poi, un sluto ad Ishin. Buon fine settimana, mia cara guerriera! A presto, per un altro thè. ;-)

Andrea Sguotti ha detto...

*per viviana b. beh sai di stili di karate ce ne sono realmente tanti e poco conosciuti. A parte lo Shotokan ( che si sta scoprendo che è stato male interpretato nella sua durezza) la maggior parte degli stili di karate sono fluidi differendo però nella cultura del colpo rispetto al kung fu.Io sono un praticante di kung fu ma anche di karate e jujitsu e apprezzo entrambi i lati di queste discipline.Negli anni uscendo dal concetto di stile, arrivando all'essenza di un arte chiamata se vuoi "kung fu" e se vuoi "karate" oltre alla derivazione l'uno dall'altro possiamo notare una sola differenza sostanziale e solo dal punto di fisico: Il karate è più essenziale.
Mentre per quando riguarda spirito, mente..li è il praticante che va la differenza ma.. che tu faccia kung fu o karate la disciplina spirituale è praticamente similare nei risultati.

ishin ha detto...

Per rik: se non mi sbaglio il taoismo supera il concetto di bne e di male, supera la dimensione del giudizio, presente invece nella religione cristiana.Comunque, non sono argomenti che conosco così bene tanto da poterli approfondire.

rik ha detto...

me pare chAe il taoismo indichi una originaria dimensione di Amore che supera il concetto di bene e di male nel senso che ...

qui entra, secondo me, una corretta spiegazione che risale a san Tommaso d'Aquino, e cioè che il bene e il male possono essere definiti in rapporto a ciò che è, all'ente, alle cose che hanno l'essere, che partecipano dell'essere...

più una cosa è, più è buona, vera, bella, conoscibile..

il male non esiste ontologicamente, è soltanto un difetto, una privazione in rapporto all'essere, come la cecità non esiste, il non occhio non c'è, con cecità si intende la PRIVAZIONE della vista...

il bene si definisce da solo, in rapporto all'essere, il male si definisce solo in rapporto al bene, esso (il male) è la privazione di un bene dovuto secondo natura...


ma, attenzione, l'ente delle cose a noi note, e che sono nate, si definisce in rapporto all'Assoluto, al mistero di Dio da cui provengono..che è ingenerato, non generato, nel senso di non creato, è sempre da sempre e sempre sarà, E' e basta, intelligente e personale, fonte di ogni intelligenza, di natura diversa dalla nostra...

e in Dio è ogni ricchezza, essendo l'unico essere la cui essenza è proprio di essere, i medioevali rifacendosi alla Bibbia, cattolica, dicevano IPSUM ESSE SUBSISTENS

cioè insommma il bene nostro è relativo al Sommo Bene, Dio,

allora le cose sono buone perchè Dio le vuole e le crea...

Dio è la fonte di ogni bene perchè Lui è il Bene,

quindi solo Dio è al di là di ciò che noi chiamiamo bene e male...

IN SINTESI DIO è al di là, perchè è la fonte, Lui è il riferimento ultimo per dire ciò che è bene e male relativamente a noi....

allora chi sente il divino avverte queste verità in se stesso, come misticamente, cioè non so come, e si sintonizza sull'amore originario...

allora supera il bene e il male relativi, non perchènon ci sia il male ma perchè si sintonizza sul Principio di ogni bene...

l'errore si ha quando noi crediamo di essere Dio, e ci autogiustifichiamo invece di ammettere le nostre debolezze con la scusa che siamo al di là del bene e del male...

o confondiamo l'essere umano, della natura creata, con l'essere divino onnipotente onnipresente onnisciente immenso sottile splendido creativo allegro rispettoso...

boh auguri saluti e a presto...

saluti a Ishin Viviana Suppaman

e attendo violente reazioni e polemiche...scherzo, ma non c'è problema, cerco di capire come voi

rik ha detto...

Scusate gli errori ortografici, ma ho persone scherzose che disturbano un po',

volevo concludere dicendo che per esempio Alce Nera, famoso guerriero e sciamano pellerrossa dei Lakota Sioux, affermava che quando aiutava gli altri con umiltà era come se lasciasse passare attraverso di sè una forza divina superiore che rispettosamente lo "utilizzava" come canale...

ma quando presumeva di essere lui la fonte nulla accadeva e falliva...

io direi che talvolta ci sono illusioni demoniache - ma si può discutere-

è difficile la cedevolezza come massima forza e apertura alla verità divina originaria...

ma questa ci libera...

anche un santo cattolico, san Josemaria Escrivà, diceva di sentirsi come la busta di una lettera che porta un messaggio, quando qualcuno diceva che, grazie a lui, aveva scoperto questo o quest'altra cosa bella della vita

....continua...scusate la logorrea, cioè il parlare troppo...

risaluti, ho ripassato il kata Empi, volo di rondine.

rik ha detto...

Scusa, Ishin, che intendi con la dimensione del giudizio? La mia risposta è stata chiara o rimane il tuo dubbio...credo di aver capito perchè anch'io mi sono posto il problema.

saluti...
Riccardo

Viviana B. ha detto...

Scusa se ti rispondo solo ora Suppaman, ma sono stata... in altre faccende affaccendata! ;-)
E' vero, lo Shotokan è forse lo stile di Karate più diffuso, il più noto, e non escludo che ve ne siano altri meno "duri". Tuttavia ti assicuro che, per quella che è la mia esperienza, il Kung Fu (perlomeno lo stile T'Ien Shu, che io pratico, non parlo di stili che non conosco) è tutt'altro che "sprecone" ed è, anzi, estremamente essenziale e privo di "fronzoli". Con questo non voglio dire che il Kung Fu sia meglio del Karate nè che il Karate sia meglio del Kung Fu. Secondo me sono, semplicemente, due modi diversi per percorrere la propria via. Ciascuno, nella sua libertà, può scegliere quale percorso seguire.
Ciao!

rik ha detto...

A me il Kung Fu sembra più difficile e complesso da apprendere per cui ho notato che diversi amici col passare degli anni hanno problemi alla schiena o simili...

mentre praticando karate secondo gli insegnamenti del Maestro Masaru Miura, dopo un anno di allenamento con lui a Milano, ancora oggi, ho 42 anni, posso competere con ragazzi di vent'anni senza problemi di alcun tipo...

in verità ho sempre evitato calci alti, tendo a darli raramente al volto....

comunque ho imparato a condividere con gli amici e i nemici, cercando sempre di non danneggiarli e di non danneggiarmi...

saluti da Riccardo

credo che il karate giapponesizzato sia stato adattato al fisico e alle attitudini di un uomo del giorno d'oggi, che non può allenarsi liberamente notte e giorno come desidererei...ma in ogni istante cerco un progresso

ishin ha detto...

Stavolta LA PROVOCAZIONE la faccio io....anche io mi chiedo se il kung fu non sia forse "veramente duro" per noi occidentali. Non ti nego vivi che a volte mi dico "ma chi me lo fa fare?...a volte lo vivo come uno stress per il corpo e per la mente"...mentre con l'aikido era tutta un'altra storia. Però il kung fu mi ha trasformata interiormente...e allora mi chiedo "si deve per forza passare per IL DURO LAVORO (fatica, nausea, paura, dolore, stress [ho la vaga sensazione che tu capisci bene ciò di cui parlo])per ottenere la trasformazione interiore?

Il Biondo ha detto...

Per Ishin ma anche per gli altri..
Come avete letto sono uno studente di arti marziali 24 ore al giorno e ne faccio di tutti i tipi dalla più interiorizzante (qi gong) alla più esterna (tang Lang) passando per il tai ji e lo yoga e vi assicuro che nel percorso fin qui fatto ho trovato molto beneficio da questa pratica.. sono stato fortunato perchè il mio maestro ci ripete spesso che non è importante la forma ma i principi (ricordi Ishin..?!) che si adottano quotidianamente e fa della morbidezza i suoi capisaldi.. Di mestiere faccio l'operatore TuiNa massaggio tradizionale cinese e lavorando nelle palestre mi capita di aver a che fare con tantissimi praticanti di arti marziali.. o forse farei meglio a dire di arti da combattimento?!.. e vi assicuro che in molti di loro trovo soltanto rigidità fisica e ovviamente mentale.. anche in coloro che riescono a fare posizioni basse e molto coreografiche!! Perfino tra praticanti di yoga... cosa che mi intristisce molto.. io credo e vivo, passo dopo passo in questi principi ed è questo, ve lo assicuro il vero "Kung Fu", quotidiano fatto di rinunce e soprattutto di continue autoanalisi tutto senza interrompere la via, senza pensare troppo a parole, senza irrigidirmi, lasciando fluire le emozioni ma controllando la tigre, e permettendo al drago di organizzare l'espressione della fenice... una cosa sola mi è chiara.. Non esistono stili e discipline.. esistono solo nomi e categorie che spesso mentono.. ed esiste il sudore quello della fronte fosse anche quello di mio nonno contadino Si Fu di zappa e sementi!!!
Vi abbraccio con il cuore guerrieri.. perchè io credo ci sia tanta differenza tra i soldatini addestrati che usano le cinture come i gradi e non mettono mai in discussione se stessi e i propri maestri e noi, umili viaggiatori con il sorriso dei guerrieri, poveri alchimisti di se stessi... amo pensarvi così ;-)
Buon Viaggio

p.s. Altro grande libro. "Il vento è mia madre" .

ishin ha detto...

*il biondo: le parole che scrivi LE SENTO COL CUORE, ho molto da imparare da te....anche a me piace la tua immagine di noi guerrieri sulla via con le nostre perplessità, con i nostri dubbi e con il nostro stupirci e sentirci vivi come bambini ad ogni scoperta del percorso...tutto ciò ha veramente poco a che fare con l'autodifesa, con la rigidità dei corpi scolpiti o delle menti che inseguono inutili fanatismi...penso che invece abbia a che fare con l'umanità e con la semplicità..un giorno di questi posto qualcosa sulla semplicità e sul ruolo che ha nella mia vita...