Il guerriero non è taoista, buddista, confuciano, cristiano, induista o può essere tutte queste cose. Il guerriero segue il principio del corso naturale delle cose, quei principi universali che si trovano in ogni cultura e in ogni tempo.




sabato 16 maggio 2009

Stavolta vi offro un tè pregiato...

Il Libro del Tao e della virtù (Tao Tê Ching), considerato come una delle vette del pensiero cinese è opera di Lao-tse (o Lao-tzu), nato intorno al 570 a. C. Ogni capitolo comincia di solito con qualche paradosso e lo sviluppa con rilievi paralleli, introdotti dalla parola " perciò" . Una parola che, comunque, non è da intendere in senso causale: difatti, a differenza della logica occidentale, la logica cinese prevede che la causa possa essere un effetto e un effetto possa essere una parte della causa: per i cinesi, ha scritto lo studioso Lyn Yutang, "causa ed effetto non sono aspetti successivi, ma solo aspetti simultanei della stessa verità".

I - DELINEA IL TAO
Il Tao che può essere detto non è l'eterno Tao, il nome che può essere nominato non è l'eterno nome. Senza nome è il principiodel Cielo e della Terra, quando ha nome è la madre delle diecimila creature. Perciò chi non ha mai desideri ne contempla l'arcano,chi sempre desidera ne contempla il termine. Quei due hanno la stessa estrazione anche se diverso nome ed insieme sono detti mistero, mistero del mistero, porta di tutti gli arcani.
Vediamo che ve ne sembra di questa idea? Ogni tanto pubblico un capitolo e chi sa tradurlo lascia un suo contributo...

1 commento:

ishin ha detto...

Comincio io: possiamo cambiare quando siamo pronti, non in seguito ad uno sforzo di persuasione. Esiste modo ottimale di condurre l'esistenza, ma lo ignoriamo. Ce ne acorgiamo quando ci accediamo spontaneamente e casualmente dopo vari esperimenti e parecchi anni. Il senso della vita è un mistero. Ce ne rendiamo conto quando non ce ne rendiamo conto e smettiamo di preoccuparcene. I nostri rapporti con gi altri sono problematici. A un certo punto migliorano: se conseguiamo la saggezza e se non vi prestiamo eccessiva attenzione. I compiti migliori li svolgiamo così: dimenticando le parole e i nomi, persino noi stessi. La Via non ha nome e tutto ciò che se ne può dire non coglie nel segno.
Fonte:
"Il Tao della meditazione" Vittorio Arena