Il guerriero non è taoista, buddista, confuciano, cristiano, induista o può essere tutte queste cose. Il guerriero segue il principio del corso naturale delle cose, quei principi universali che si trovano in ogni cultura e in ogni tempo.




sabato 11 settembre 2010

Camminare in cerchio

ll baguazhang è una delle arti marziali cinesi più famose e rispettate nella stessa Cina e, nonostante sia l’ultimo nato tra i grandi stili tradizionali, la sua fama si è presto diffusa in ogni angolo del Celeste Impero. A questa notorietà non corrisponde, tuttavia, un’effettiva comprensione dei principi fondanti lo stile, per cui s’immagina spesso che le abilità per cui il metodo va famoso siano perdute nella notte dei tempi, quando non addirittura frutto di leggenda. Nell’immaginario collettivo, infatti, il baguazhang è distinguibile dalle altre arti di combattimento cinesi per la caratteristica maniera di camminare in cerchio, oltre che per le imprevedibili e devastanti tecniche di palmo. Si pensa comunemente che lo studio di questo esercizio misterioso migliorerebbe enormemente la salute e trasmetterebbe effettive abilità nel combattimento. Come simili traguardi siano possibili, però, pare cosa sconosciuta ai più. Infatti, se chiedessimo alla stragrande maggioranza dei praticanti di arti marziali, anche interne, di spiegarci perché si debba camminare in cerchio e come questa pratica possa rapportarsi alla salute e al combattimento, le risposte sarebbero quasi sicuramente confuse ed evasive e finirebbero sempre per coinvolgere poteri sovrannaturali che verrebbero acquisiti come per magia, dopo anni di pratica silenziosa.

La realtà è ben diversa: camminare in cerchio, o zou zhang, come si scrive nella traslitterazione dal mandarino, è davvero una peculiarità dello stile che lo distingue fortemente da tutti gli altri, ma la sua efficacia nel forgiare il combattente bagua come nel conferire salute al praticante è dovuta ad un attenta applicazione e ad una profonda comprensione di chiari principi posturali, di fisica meccanica e di movimento. Secondo il Maestro Zhang Dugan, uno dei più profondi conoscitori dello Stile degli Otto Trigrammi, zou zhang serve a costruire il corpo. Ogni metodo, infatti, segue proprie regole e distinti principi di movimento che, una volta legati alle tecniche ed alle strategie, costituiscono il fulcro di un’arte marziale e consentono di trarre l’efficacia marziale dalla corretta applicazione dei principi. Quindi, quanto più questi principi sono sofisticati, tanto più lo stile sarà efficace a livello di difesa personale.

Se il corpo, inoltre, non viene forgiato secondo quelle precise regole, lo stile viene svuotato di tutta la sua essenza. Ogni metodo marziale cinese, dunque, predispone per il praticante degli esercizi specifici idonei a costruire le connessioni articolari, l’adeguata muscolatura e la capacità di esercitare ed orientare la forza, caratteristiche che poi, a loro volta, devono essere applicate in combattimento, concorrendo tutte insieme al risultato finale. Nel baguazhang, scopo di zou zhang è proprio l’assimilazione delle regole che strutturano il corpo ed il suo movimento e che rendono unico lo stile.

Per impadronirsi di questa struttura è necessaria un’elevata concentrazione mentale (yi), posto che essa comanda il corpo e lo piega ai suoi voleri come un cavaliere fa con un cavallo imbizzarrito, dando origine al processo di mutamento che permette di interiorizzare progressivamente l’arte fino a farla divenire parte di sé. Si tratta cioè di un percorso che ci riporta ad un livello di maggior naturalezza sia fisica che psichica. Senza la corretta indicazione delle regole e dei principi, l’adepto corre il rischio di camminare anche per anni imitando la pratica dei maestri senza comprendere l’essenza dell’esercizio praticato. Così facendo non otterrà dal suo corpo alcun miglioramento, se non i benefici derivanti da una semplice passeggiata. Camminare in cerchio tenendo impegnati mente e corpo, viceversa, crea quelle torsioni, quelle tensioni, quei bilanciamenti e quelle spinte che permettono l’acquisizione di una forza tenace, fluida, sottile ed elastica insieme, che infine viene convogliata in una molteplicità di direzioni, in modo assai penetrante. Per raggiungere questi traguardi, il Maestro Zhang Dugan insegna che nessuna regola deve essere mai dimenticata. L’intenzione deve sempre pervadere il corpo e domarlo, poiché in qualsiasi momento questo può imbizzarrirsi, proprio come un cavallo selvatico, e condurre il suo cavaliere lontano dal cammino.

Questo percorso non è affatto misterioso; né comporta decenni di duro lavoro, ma consente in un lasso di tempo ragionevole, variabile secondo l’abilità e l’esperienza del praticante, di trovare una postura più corretta, di sviluppare forza senza tensione e fluidità senza mollezza, consentendoci di raggiungere, inoltre, maggior comprensione di se stessi e calma interiore. A livelli superiori di pratica di zou zhang, la sensibilità dell’allievo si acuisce a tal punto da percepire un universo interiore di tale portata che la ricerca di miglioramenti diviene un percorso infinito che ci accompagna per tutta la vita. E ciò costituisce il regalo più prezioso che il Bagua ci offre, permettendoci di essere attirati dalla pratica nella consapevolezza di poter ritrarre sempre qualcosa di nuovo e di utile ad una comprensione più profonda di se e della natura che ci circonda.

Camminare in cerchio, conoscendo le chiavi di lettura dell’esercizio, porta reali e ineludibili miglioramenti per le capacità marziali, oltre ad essere fonte di lunga vita. In base al principio secondo cui nulla nel baguazhang è mai lasciato al caso e tutto ha un significato applicativo e salutare, cosicché ogni movimento è interpretabile secondo i fini del combattimento reale. Camminando in cerchio vengono allenate la struttura corporea, la precisione, che nel baguazhang è elemento fondamentale, la concentrazione, le giuste tecniche di passo per cui il metodo va famoso, la volontà e la resistenza. Ma soprattutto nello zou zhang viene coltivata e migliorata la forza tipica dello stile che è fluida, continua e penetrante.

La locuzione ‘arte marziale’ in cinese si traduce wu shu, laddove per traslato wu ha il significato di preparazione, allenamento alla forza e shu di tecnica. Se l’altro pilastro fondamentale del baguazhang, il chuan zhang, allena la tecnica, zou zhang costruisce la forza marziale che supporta l’abilità tecnica.
Secondo Wang Zhuangfei, probabilmente il massimo esperto in quest’arte del xx secolo, esistono quattro massime che riassumono e spiegano zou zhang:

1. si deve tenere una posizione e con essa controllare sia il cerchio intorno a sé che il centro;

2. mentre si cammina è necessario immaginare che sotto i pedi crescano delle radici che rendono saldo il praticante;

3. camminando si aumenta la potenza e si genera forza verso ogni direzione;

4. girando in cerchio si acquista armonia, si allontana la malattia e si ottiene lunga vita.

Si dovrebbe meditare molto sul significato di queste massime che condensano in sé l’essenza di tale pilastro del baguazhang e inducono ad orientarsi verso una pratica costante di quell’esercizio infinito e splendido che è camminare in cerchio.
Fonte: Massimo Tucci

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