Il guerriero non è taoista, buddista, confuciano, cristiano, induista o può essere tutte queste cose. Il guerriero segue il principio del corso naturale delle cose, quei principi universali che si trovano in ogni cultura e in ogni tempo.




domenica 20 gennaio 2008

Zen



La parola giapponese Zen deriva dal cinese ch'an e dal sanscrito dhyana, che significa non solo "meditazione" ma anche "tutto, insieme". La traduzione occidentale poco si presta a descrivere il molteplice senso originario del termine, che usa il significato di meditazione più come il centro a cui ruota il vero e più completo significato. Lo stesso è per la pratica Zen: attraverso di essa il Maestro educa i discepoli ad una esperienza completa e profonda della vita, rinunciando alle distorsioni dell'ego ed ai filtri che assorbiamo inconsciamente dall'ambiente in cui viviamo; senza questi, noi possiamo sperimentare la realtà così com'è, fino ad arrivare a liberarci dalla sofferenza."...Versare tutta l'acqua di un recipiente così com'è in un altro..." Questa frase del M° Dogen (1200-1253) con grande chiarezza illustra il fulcro dell'educazione Zen e cioè alimentare continuamente il rapporto tra Maestro e discepolo, un contatto da persona a persona, da esperienza a esperienza al di là di astrattismi e speculazioni dialettiche.Lo Zen è stata definita la religione dei Samurai. La pratica dello Zen conduceva il guerriero ad ottenere quello stato di Mushin (non-mente) essenziale all'efficacia nel combattimento. La continua consapevolezza del proprio essere nel momento presente in una ricerca di armonia ed efficienza sono alla base dell'educazione Zen. Bodhidharma, principe indiano, venne in Cina per diffondere il Buddhismo e si stabilì nel tempio di Shaolin. Quivi insegnò ai monaci la corretta meditazione Zazen riconducendoli all'originario insegnamento del Buddha e le tecniche da combattimento ed energetiche che ristabilirono il corretto equilibrio mente-corpo.Da allora la meditazione è sempre stata parte integrante, insostituibile, della pratica delle arti marziali cinesi e successivamente giapponesi.Il momento contemplativo diviene il fondamento insostituibile dell'azione, favorendo un'immediatezza nella comprensione attraverso il corpo del significato profondo del Budo e ristabilendo quella intuitività primordiale che l'uomo moderno ha perduto e che le Arti Marziali si prefiggono di recuperare. E' famoso il detto : "Ken Zen Ichinyo" : il pugno (karate) e lo zen sono una cosa sola. Questa affermazione viene frequentemente fraintesa col significato che poichè il Karate e lo Zen hanno il medesimo sapore non è necessario praticare Zazen. In realtà l'affermazione "Ken zen Ichinyo" significa proprio il contrario :che la pratica dinamica del Karate al suo livello più alto si integra indissolubilmente con la stabile e rigorosa postura dello Zazen, creando una reciproca e fruttuosa influenza. "...L'Arte Marziale è lo spirito di chi con una semplice lancia può far fronte, in nome della dignità, all'arma più potente, più sofisticata. Questo è lo spirito dell'Arte Marziale e, in definitiva, dell'uomo... L'uomo che, con una semplice lancia, ben piantato sui suoi piedi, si pone davanti alla vita e alla morte, incurante della propria vita e della propria morte, afferma la Grande Vita."

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Ishin, e complimenti per il tuo nuovo blog! Finalmente riesco a lasciarti commenti :-)

In particolare questo tuo post mi e' piaciuto molto: sei riuscita ad esprimere quella che sento come l'essenza in poche parole.

E dato che da tempo volevo postare qualcosa in proposito, che ne dici se ospitassi questo pezzo anche sul mio blog? Naturalmente con i riferimenti, s'intende :-)

Anonimo ha detto...

Risonanza!! I nostri blog o le nostre "vie" fanno cassa di risonanza...non è la prima volta che capita! A me viene spessissimo la voglia di "rubarti" i post, perchè, alcuni, sento che appartengono alla mia esperienza e al mio modo di sentire...non vedo l'ora di vedere il mio post sul tuo blog.

Anonimo ha detto...

Ah che poi non l'ho scritto io;l'ho preso da qualche parte ma purtroppo non ricordo più la fonte. Le frasi evidenziate in turchese sono dei messaggi che voglio trasmettere, ma che come dicevamo l'altra volta, purtroppo, non sono comprensibili/accessibili a tutti.

Anonimo ha detto...

Detto fatto Ishin, ho appena postato il tuo articolo! :-) Ho solo fatto qualche aggiustamento di impaginazione, per il resto è proprio il tuo post.

http://viasenzanome.com/archives/61-Guest-Zen.html

rik ha detto...

Bellissimo post...realmente l'essere umano posto di fronte alla vita e alla morte, pensando alla morte, che poi è l'unica certezza nel senso che certamente moriremo, può scoprire il senso profondo delle cose e della sua vita...apprezzare la vita e i viventi in una nuova luce, in una nuova armonia

saluti da Riccardo